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Visualizzazione dei post da 2019

Powerwolf @BEA Bern, 07.12.2019

Ed eccoci qua, alla fine di un altro metallico anno, ancora una volta ricco di grandi concerti ed ottimi album. Per festeggiare, il modo migliore è ovviamente quello di assistere ad un ultimo show, la ciliegina sulla torta di questo 2019. L'occasione perfetta è un avvenimento Metal coi fiocchi a Berna, proprio la città in cui vivo, un fatto tra l'altro piuttosto raro. I Powerwolf hanno infatti deciso di visitare la capitale elvetica accompagnati dagli spassosi Gloryhammer per mettere la parola fine al loro tour, che li ha portati in 16 Paesi differenti.  La location scelta è un capannone della zona expo, una specie di hangar piuttosto spoglio ma anche capiente e pratico, che ha permesso di allestire un palco degno di questo nome. La prima cosa positiva che salta subito all'occhio è la risposta del pubblico bernese, che riempie il capannone con oltre 3'000 anime festanti e pronte a scatenarsi.  Gloryhammer Ad aprire le danze ci pensano i divertenti Gloryhammer, uno

Helloween - United Alive (DVD)

Ci sono determinate cose che, ammettiamolo, tutti i metallari di questo pianeta sognano. A volte ci capita di immaginare cose purtroppo impossibili, come il ritorno in vita di un grande artista scomparso, che sia Lemmy oppure l'inimitabile Ronnie James Dio, per fare due esempi noti a tutti. Altre volte, invece, fantastichiamo su cose più concrete, e quando siamo fortunati queste fantasie si realizzano, creando un'ondata emozionale semplicemente unica.  Questo è sicuramente il caso della reunion degli Helloween, formazione che ha fatto la storia della nostra musica preferita. Anzi, la formazione tedesca è andata oltre la reunion, mantenendo al microfono Andi Deris e mettendo al suo fianco sia il talentuoso Michael Kiske che lo scatenato Kai Hansen, che oltre a cantare i brani della sua epoca si diletta ovviamente anche (e soprattutto) alla chitarra.   Una autentica unione di metalliche zucche che si è tramutata in un tour mastodontico e dal sapore storico, riempiendo arene d

The Hu - The Gereg

Proprio quando mi trovavo in cerca di ispirazione, di qualcosa di fresco e nuovo, ecco che direttamente dalla Mongolia catturano la mia attenzione i The Hu, realtà esplosa prima su YouTube e ora finalmente sul mercato con il disco di debutto, intitolato "The Gereg".  Che musica suonano questi ragazzi asiatici? Vi chiederete voi. Beh, prima di tutto non sono certo che si possano definire una vera e propria band Metal, diciamo piuttosto che si tratta di una sorta di folk mongolo proiettato ai giorni nostri e con un'attitudine molto cazzuta, un po' da biker della steppa. I suoni proposti sono, a mio avviso, semplicemente fenomenali: gli strumenti utilizzati - come ad esempio il morin khuur, suonato da Enkhasaikhan Batjargal, detto "Enkush" - creano un'ambientazione quasi mistica. Il cantato, poi, è letteralmente da brividi, con l'utilizzo di una tecnica tipica della Mongolia, che suona come una specie di vibrato estremo proveniente direttamente dall

Sabaton - The Great War

Le trincee, il fango nelle cupe giornate di pioggia, il sangue, ma anche speranza e gesta eroiche. I Sabaton, con i loro metallici racconti, questa volta ci portano in un periodo storico ben preciso, quello della feroce Prima Guerra Mondiale.  Il racconto che gli svedesi riescono a creare per descrivere questi eventi è come sempre epico e coinvolgente e ancora una volta i musicisti di Falun si dimostrano i migliori insegnanti di storia che possano esistere: dopo l'ascolto di un loro album, semplicemente viene voglia di leggere un libro che parli dei fatti narrati. "The Great War" adatta chiaramente la musica all'ambiente che doveva vigere in questo buio conflitto, caratterizzato da fronti immobili e soldati stremati. I suoni sono quindi un po' più oscuri e le canzoni più profonde rispetto al predecessore "The Last Stand", che raccontando di grandi imprese al limite dell'inverosimile risultava più positivo e leggero, quasi festaiolo. Proprio per qu

Slash @Montreux Jazz Festival, 01.07.2019

Vedere il concerto di uno dei chitarristi più spettacolari e iconici del pianeta è già un evento piuttosto emozionante, ma lo diventa ancora di più se lo si può fare sulle rive del Lago Lemano, in una cittadina chiamata Montreux, tanto lontana dalla musica Rock nel suo aspetto elegante e borghese, quanto storica proprio per tutto il genere, anche solo per aver fatto da cornice a un pezzo storico come "Smoke on the Water". Il tutto, ovviamente, all'interno del mitico Jazz Festival, che propone concerti in ogni angolo, un mare festante di persone e decine e decine di bancarelle per ogni gusto e palato. Ma la nostra meta non è una passeggiata sul lungolago, ma il bellissimo Auditorio Stravinski. Rival Sons Per aprire le danze del suo concerto Slash ha trovato un gruppo di tutto rispetto e già con un discreto seguito: i Rival Sons. I quattro ragazzi di Long Beach, con il loro Rock dalle forti influenze Blues e distorsioni di chitarra come se piovessero, riescono a scaldar

Rammstein @Stade de Suisse Bern, 05/06/2019

Ci sono alcuni concerti che diventano l'evento dell'anno ancora prima di aver avuto luogo, avvenimenti che catalizzano l'attenzione di tutti, che fanno registrare il tutto esaurito con mesi di anticipo e, perché no, paralizzano quartieri interi di una città per ore. Questo è sicuramente il caso dello show che i Rammstein hanno deciso di portare allo Stade de Suisse di Berna, una città che negli ultimi anni ha visto aumentare il numero di esibizioni di una certa importanza, ma che mai aveva accolto uno spettacolo infuocato - in tutti i sensi - come quello della band tedesca. Gente di tutto il continente è accorsa, facendo terminare gli oltre 43'000 biglietti disponibili in meno di un'ora. Appena entrati nello stadio l'occhio viene colpito da un enorme palcoscenico in stile industrial, un minaccioso rettangolo scuro, assolutamente poco rassicurante. In attesa dell'inizio, il pubblico si diverte a capire quale parte della creazione prenderà fuoco, quale farà

Rammstein - Rammstein

Quando si creano aspettative enormi per un album la situazione diventa pericolosa. Per fare felici i fan è infatti necessario realizzare un autentico capolavoro, altrimenti in molti rimarrebbero delusi. La cosa è ancora più vera se sono passati ormai dieci anni dall’ultimo disco pubblicato.  Questa è esattamente la situazione in cui si sono trovati i Rammstein, che a una decade di distanza da “Liebe ist für alle da” si ripresentano prepotentemente sul mercato, con un avvicinamento alla data di pubblicazione dell'album - senza nome, spesso chiamato semplicemente "Rammstein" - giocato d’astuzia e che ha creato un “hype” che non si vedeva da tempo nel mondo del Metal.  Il singolo “Deutschland”, con il suo video epico dalla qualità hollywoodiana, ha da subito fatto sperare in un album maestoso e granitico, come solo la band tedesca è in grado di fare. In questa canzone la voce di Till Lindemann, che risuona minacciosa ripercorrendo la storia della Germania, non

Metallica @Letzigrund Zurich, 10.05.2019

C’è un motivo se i Metallica sono il gruppo Metal di maggiore successo della storia. Lo si può capire ascoltando i primi assoluti capolavori, certo, ma lo si percepisce soprattutto andando ad un loro concerto. Solo scendendo alla stazione della città che li ospita si comincia a percepire una strana e affascinante elettricità nell’aria, come se il loro avvento catalizzasse l’attenzione di tutti, non solo dei fan. Lo stesso accade nella austera Zurigo, dove i Four Horsemen sono ancora una volta riusciti a riempire uno stadio intero.  Ghost Se i Metallica sono la storia e una delle massime espressioni della nostra musica preferita, i Ghost sono senza ombra di dubbio una delle espressioni contemporanee più interessanti. Un gruppo di spalla normale si sarebbe limitato a suonare nel suo angolino, risultando quasi ridicoli e perso nell’immensità del palco allestito dai ‘tallica. Ma non certo il gruppo svedese, ormai una solida realtà, che nonostante una scenografia ridotta a