Ed eccoci qua, alla fine di un altro metallico anno, ancora una volta ricco di grandi concerti ed ottimi album. Per festeggiare, il modo migliore è ovviamente quello di assistere ad un ultimo show, la ciliegina sulla torta di questo 2019. L'occasione perfetta è un avvenimento Metal coi fiocchi a Berna, proprio la città in cui vivo, un fatto tra l'altro piuttosto raro. I Powerwolf hanno infatti deciso di visitare la capitale elvetica accompagnati dagli spassosi Gloryhammer per mettere la parola fine al loro tour, che li ha portati in 16 Paesi differenti.
La location scelta è un capannone della zona expo, una specie di hangar piuttosto spoglio ma anche capiente e pratico, che ha permesso di allestire un palco degno di questo nome. La prima cosa positiva che salta subito all'occhio è la risposta del pubblico bernese, che riempie il capannone con oltre 3'000 anime festanti e pronte a scatenarsi.
Gloryhammer
Ad aprire le danze ci pensano i divertenti Gloryhammer, uno dei gruppi più improbabili del panorama Metal che fa dell'ironia e dell'auto-ironia la propria carta vincente. Ed eccoli quindi balzare sul palco con costumi, tute spaziali, martelli giganti e quant'altro, per dar vita ad una vera propria conquista dell'universo, a suon di unicorni e sottomarini volanti.
La canzoni "The Siege of Dunkeln" e "Gloryhammer" scaldano in pubblico, che in gran parte non conosce il repertorio degli anglo-svizzeri, ma reagisce divertito e interagendo col gruppo. Diciamolo onestamente, la prestazione canora di Angus McFife è a tratti agghiacciante, con note sbagliate e acuti quantomeno azzardati. Il vocalist elvetico però migliora nel corso dell'esibizione e soprattutto compensa le imprecisioni con una tonnellata di simpatia, ed esprimendosi nel dialetto del posto, generando però così confusione fra i numerosi spettatori internazionali presenti.
Alcune canzoni vengono particolarmente apprezzate dagli astanti, che saltano e si divertono, creando anche qualche pogo. Mi riferisco in particolare alle travolgenti "Hootsforce" e "Universe on Fire". Sul palco c'è anche il tempo di festeggiare il compleanno Zargothrax e il gran finale è poi affidato alla mitica "The Univorn Invasion of Dundee", conclusa fra gli applausi convinti del pubblico.
Powerwolf
Se il pubblico sembrava già piuttosto caldo col gruppo di spalla, la situazione esplode (in tutti i sensi) con l'arrivo dei Powerwolf. Fin dalla prima nota di "Fire and Forgive" i presenti sembrano letteralmente impazziti, come posseduti dal gruppo tedesco, che dal suo canto presenta un palco spettacolare e non risparmia su esplosioni (appunto) e fiammate varie, che scaldano ancora di più l'ambiente.
Per l'ultima data del tour la band tedesca sembra in forma eccezionale e decide di non lasciare tregua in apertura, con le bellissime "Army of the Night" e "Incense and Iron" suonate una dopo l'altra, fra il delirio generale. Dietro al microfono Attila Dorn, oltre ad una prestazione vocale davvero notevole, si dimostra un ottimo intrattenitore e riesce a far cantare tutto il pubblico, insegnando come un metallico maestro le melodie anche a chi vede il gruppo per la prima volta, ad esempio per l'esecuzione di "Armata Strigoi".
I momenti alti e intensi del concerto sono davvero molti: mi vengono in mente in particolare "Killers With the Cross" e "Demons are a Girl's best Friend", senza dimenticare la mitica "Resurrection by Erection". Il tutto sempre avvolto dalla cornice di un pubblico veramente in vena di festa e di pogo, aizzato non solo da Attila Dorn ma anche da uno scatenato Falk Maria Schlegel, che non riesce a stare fermo dietro al suo organo e continua a saltare per tutto il palco, incitando la folla.
Come in ogni concerto ben fatto, non mancano nemmeno i momenti più introspettivi, come la profonda "Stossgebet" e la malinconica ma bellissima "Where the Wild Wolves Have Gone", accompagnata da migliaia di luci di telefonini e accendini. "Kiss of the Cobra King" e "We Drink Your Blood" infiammano poi ancora una volta palco e spettatori.
Il finale è affidato a "Sanctified by Dynamite" e "Werewolwes of Armenia", tanto per cambiare cantata a squarcia gola dagli spettatori, che nemmeno nel finale danno segni di stanchezza. Un concerto riuscito, una vera festa Metal, un modo perfetto per concludere il tour dei Powerwolf e questo 2019.
La location scelta è un capannone della zona expo, una specie di hangar piuttosto spoglio ma anche capiente e pratico, che ha permesso di allestire un palco degno di questo nome. La prima cosa positiva che salta subito all'occhio è la risposta del pubblico bernese, che riempie il capannone con oltre 3'000 anime festanti e pronte a scatenarsi.
Gloryhammer
Ad aprire le danze ci pensano i divertenti Gloryhammer, uno dei gruppi più improbabili del panorama Metal che fa dell'ironia e dell'auto-ironia la propria carta vincente. Ed eccoli quindi balzare sul palco con costumi, tute spaziali, martelli giganti e quant'altro, per dar vita ad una vera propria conquista dell'universo, a suon di unicorni e sottomarini volanti.
La canzoni "The Siege of Dunkeln" e "Gloryhammer" scaldano in pubblico, che in gran parte non conosce il repertorio degli anglo-svizzeri, ma reagisce divertito e interagendo col gruppo. Diciamolo onestamente, la prestazione canora di Angus McFife è a tratti agghiacciante, con note sbagliate e acuti quantomeno azzardati. Il vocalist elvetico però migliora nel corso dell'esibizione e soprattutto compensa le imprecisioni con una tonnellata di simpatia, ed esprimendosi nel dialetto del posto, generando però così confusione fra i numerosi spettatori internazionali presenti.
Alcune canzoni vengono particolarmente apprezzate dagli astanti, che saltano e si divertono, creando anche qualche pogo. Mi riferisco in particolare alle travolgenti "Hootsforce" e "Universe on Fire". Sul palco c'è anche il tempo di festeggiare il compleanno Zargothrax e il gran finale è poi affidato alla mitica "The Univorn Invasion of Dundee", conclusa fra gli applausi convinti del pubblico.
Powerwolf
Se il pubblico sembrava già piuttosto caldo col gruppo di spalla, la situazione esplode (in tutti i sensi) con l'arrivo dei Powerwolf. Fin dalla prima nota di "Fire and Forgive" i presenti sembrano letteralmente impazziti, come posseduti dal gruppo tedesco, che dal suo canto presenta un palco spettacolare e non risparmia su esplosioni (appunto) e fiammate varie, che scaldano ancora di più l'ambiente.
Per l'ultima data del tour la band tedesca sembra in forma eccezionale e decide di non lasciare tregua in apertura, con le bellissime "Army of the Night" e "Incense and Iron" suonate una dopo l'altra, fra il delirio generale. Dietro al microfono Attila Dorn, oltre ad una prestazione vocale davvero notevole, si dimostra un ottimo intrattenitore e riesce a far cantare tutto il pubblico, insegnando come un metallico maestro le melodie anche a chi vede il gruppo per la prima volta, ad esempio per l'esecuzione di "Armata Strigoi".
I momenti alti e intensi del concerto sono davvero molti: mi vengono in mente in particolare "Killers With the Cross" e "Demons are a Girl's best Friend", senza dimenticare la mitica "Resurrection by Erection". Il tutto sempre avvolto dalla cornice di un pubblico veramente in vena di festa e di pogo, aizzato non solo da Attila Dorn ma anche da uno scatenato Falk Maria Schlegel, che non riesce a stare fermo dietro al suo organo e continua a saltare per tutto il palco, incitando la folla.
Come in ogni concerto ben fatto, non mancano nemmeno i momenti più introspettivi, come la profonda "Stossgebet" e la malinconica ma bellissima "Where the Wild Wolves Have Gone", accompagnata da migliaia di luci di telefonini e accendini. "Kiss of the Cobra King" e "We Drink Your Blood" infiammano poi ancora una volta palco e spettatori.
Il finale è affidato a "Sanctified by Dynamite" e "Werewolwes of Armenia", tanto per cambiare cantata a squarcia gola dagli spettatori, che nemmeno nel finale danno segni di stanchezza. Un concerto riuscito, una vera festa Metal, un modo perfetto per concludere il tour dei Powerwolf e questo 2019.
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