Ci sono alcuni concerti che diventano l'evento dell'anno ancora prima di aver avuto luogo, avvenimenti che catalizzano l'attenzione di tutti, che fanno registrare il tutto esaurito con mesi di anticipo e, perché no, paralizzano quartieri interi di una città per ore.
Questo è sicuramente il caso dello show che i Rammstein hanno deciso di portare allo Stade de Suisse di Berna, una città che negli ultimi anni ha visto aumentare il numero di esibizioni di una certa importanza, ma che mai aveva accolto uno spettacolo infuocato - in tutti i sensi - come quello della band tedesca. Gente di tutto il continente è accorsa, facendo terminare gli oltre 43'000 biglietti disponibili in meno di un'ora.
Appena entrati nello stadio l'occhio viene colpito da un enorme palcoscenico in stile industrial, un minaccioso rettangolo scuro, assolutamente poco rassicurante. In attesa dell'inizio, il pubblico si diverte a capire quale parte della creazione prenderà fuoco, quale farà solo luce o quale creerà una vera e propria esplosione.
E poi eccoli, con ancora la luce del giorno ben presente, uno ad uno i membri del gruppo che giungono sul palco, accolti dalle urla dei presenti, ormai accatastati anche sulle scale d'accesso con conseguente effetto bolgia. Contro ogni previsione, lo show inizia con un estratto del nuovo album relativamente calmo, ovvero "Was Ich Liebe", che permette di entrare nel ritmo prima di venir travolti definitivamente, mentre si viene avvolti da un lugubre fumo nero.
Già dopo il primo pezzo le cose chiare sono due: 1) i pezzi del nuovo album sono molto più potenti e apprezzabili dal vivo 2) Till Lindemann è in forma smagliante e la sua voce regalerà emozioni a non finire. C'è appena il tempo di fare queste valutazioni che la violenza della militaresca "Links 2-3-4" si scaglia sugli astanti, in un vero e proprio tripudio.
La scaletta del concerto verrà letteralmente dominata dal nuovo album, con la presenza di ben otto canzoni. La più attesa è probabilmente "Deutschland", che - introdotta da un buffo balletto con tute luminose - non delude le attese nella sua epica potenza, ma anche "Ausländer" - ormai un vero e proprio tormentone, vi sfido a smettere di canticchiarla... - fa letteralmente impazzire il pubblico, e lo stesso si può dire per "Radio". L'esibizione più spettacolare di queste nuove entrate è però quella legata alla malatissima "Puppe", con il buon Till che - oltre a padroneggiare il difficile ritornello senza problemi - si presenta sul palco con un enorme passeggino che, come potrete immaginare, farà una bruttissima fine avvolto dalle fiamme.
Lo show pirotecnico è, come in ogni apparizione dei Rammstein, sconvolgente. Numerose fiamme ed esplosioni si susseguono lungo tutto il concerto, superando in altezza di gran lunga i tetti dello stadio e riempiendo il quartiere di un "metallico" fumo. L'apice viene raggiunto durante l'esecuzione di "Sonne", quando il pubblico viene praticamente avvolto dal fuoco, che viene sparato dal palco fino al centro dell'arena, per poi tornare indietro.
Tutto a livello scenografico ed estetico lascia semplicemente a bocca aperta, anche gli eccentrici vestiti indossati dai membri gel gruppo, in primis un sensazionale abito completamente dorato di Doktor Flake. Proprio il tastierista risulta tra l'altro un vero e proprio giullare, con le sue infinite passeggiate e i soprusi subiti da Lindemann, tanto crudeli da fargli sventolare bandiera bianca.
L'intensità che viene raggiunta a livello musicale non ha poi eguali, semplicemente non c'è tregua e si toccano tutte le corde dello spettro emotivo. Ovviamente in primis troviamo la rabbia e l'aggressività, con grandi classici come "Mein Teil" - con Till nella solita veste di cuoco sadico - o "Du Hast", cantata a pieni polmoni da tutti i presenti.
Ma non mancano nemmeno i momenti più introspettivi, come durante l'esecuzione di "Ohne Dich" o di una versione particolare di "Engel": per l'occasione la band si sposta in mezzo alla gente, raggiungendo un palco secondario semplicemente facendosi largo fra la folla. Il pezzo viene eseguito in acustico, con il Duo Jatekok (che già aveva fatto da spalla) al pianoforte. Un momento davvero toccante. Il ritorno sul palco dei musicisti avviene poi con dei pratici... canotti, che navigano sui fan.
Il gran finale viene affidato alla divertente "Pussy", con tanto di pene meccanico che - fortunatamente per i presenti - spara solo coriandoli, seguita da "Rammstein" e dall'immancabile "Ich Will", che probabilmente avrà attivato i sismografi di tutta la Svizzera. Un finale col botto, con la band che poi scompare attraverso un ascensore che la porta verso il cielo, accompagnata da un malinconico pianoforte. A presto Rammstein, grazie per averci regalato il concerto dell'anno...
Questo è sicuramente il caso dello show che i Rammstein hanno deciso di portare allo Stade de Suisse di Berna, una città che negli ultimi anni ha visto aumentare il numero di esibizioni di una certa importanza, ma che mai aveva accolto uno spettacolo infuocato - in tutti i sensi - come quello della band tedesca. Gente di tutto il continente è accorsa, facendo terminare gli oltre 43'000 biglietti disponibili in meno di un'ora.
Appena entrati nello stadio l'occhio viene colpito da un enorme palcoscenico in stile industrial, un minaccioso rettangolo scuro, assolutamente poco rassicurante. In attesa dell'inizio, il pubblico si diverte a capire quale parte della creazione prenderà fuoco, quale farà solo luce o quale creerà una vera e propria esplosione.
E poi eccoli, con ancora la luce del giorno ben presente, uno ad uno i membri del gruppo che giungono sul palco, accolti dalle urla dei presenti, ormai accatastati anche sulle scale d'accesso con conseguente effetto bolgia. Contro ogni previsione, lo show inizia con un estratto del nuovo album relativamente calmo, ovvero "Was Ich Liebe", che permette di entrare nel ritmo prima di venir travolti definitivamente, mentre si viene avvolti da un lugubre fumo nero.
Già dopo il primo pezzo le cose chiare sono due: 1) i pezzi del nuovo album sono molto più potenti e apprezzabili dal vivo 2) Till Lindemann è in forma smagliante e la sua voce regalerà emozioni a non finire. C'è appena il tempo di fare queste valutazioni che la violenza della militaresca "Links 2-3-4" si scaglia sugli astanti, in un vero e proprio tripudio.
La scaletta del concerto verrà letteralmente dominata dal nuovo album, con la presenza di ben otto canzoni. La più attesa è probabilmente "Deutschland", che - introdotta da un buffo balletto con tute luminose - non delude le attese nella sua epica potenza, ma anche "Ausländer" - ormai un vero e proprio tormentone, vi sfido a smettere di canticchiarla... - fa letteralmente impazzire il pubblico, e lo stesso si può dire per "Radio". L'esibizione più spettacolare di queste nuove entrate è però quella legata alla malatissima "Puppe", con il buon Till che - oltre a padroneggiare il difficile ritornello senza problemi - si presenta sul palco con un enorme passeggino che, come potrete immaginare, farà una bruttissima fine avvolto dalle fiamme.
Lo show pirotecnico è, come in ogni apparizione dei Rammstein, sconvolgente. Numerose fiamme ed esplosioni si susseguono lungo tutto il concerto, superando in altezza di gran lunga i tetti dello stadio e riempiendo il quartiere di un "metallico" fumo. L'apice viene raggiunto durante l'esecuzione di "Sonne", quando il pubblico viene praticamente avvolto dal fuoco, che viene sparato dal palco fino al centro dell'arena, per poi tornare indietro.
Tutto a livello scenografico ed estetico lascia semplicemente a bocca aperta, anche gli eccentrici vestiti indossati dai membri gel gruppo, in primis un sensazionale abito completamente dorato di Doktor Flake. Proprio il tastierista risulta tra l'altro un vero e proprio giullare, con le sue infinite passeggiate e i soprusi subiti da Lindemann, tanto crudeli da fargli sventolare bandiera bianca.
L'intensità che viene raggiunta a livello musicale non ha poi eguali, semplicemente non c'è tregua e si toccano tutte le corde dello spettro emotivo. Ovviamente in primis troviamo la rabbia e l'aggressività, con grandi classici come "Mein Teil" - con Till nella solita veste di cuoco sadico - o "Du Hast", cantata a pieni polmoni da tutti i presenti.
Ma non mancano nemmeno i momenti più introspettivi, come durante l'esecuzione di "Ohne Dich" o di una versione particolare di "Engel": per l'occasione la band si sposta in mezzo alla gente, raggiungendo un palco secondario semplicemente facendosi largo fra la folla. Il pezzo viene eseguito in acustico, con il Duo Jatekok (che già aveva fatto da spalla) al pianoforte. Un momento davvero toccante. Il ritorno sul palco dei musicisti avviene poi con dei pratici... canotti, che navigano sui fan.
Il gran finale viene affidato alla divertente "Pussy", con tanto di pene meccanico che - fortunatamente per i presenti - spara solo coriandoli, seguita da "Rammstein" e dall'immancabile "Ich Will", che probabilmente avrà attivato i sismografi di tutta la Svizzera. Un finale col botto, con la band che poi scompare attraverso un ascensore che la porta verso il cielo, accompagnata da un malinconico pianoforte. A presto Rammstein, grazie per averci regalato il concerto dell'anno...
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