I Nickelback sono un gruppo di enorme successo internazionale, ma nonostante questo, oppure proprio per questo, sono "odiati" da moltissime persone. Il motivo non l'ho mai capito del tutto: certo, propongono una musica a volte ruffiana e spesso si concentrano troppo sulle ballate strappa lacrime, ma sono comunque un ottimo complesso Rock in grado di comporre brani di alta qualità.
L'occasione di vederli dal vivo all'Hallenstadion di Zurigo è quindi ghiotta e non me la sono lasciata scappare. La nota arena per l'occasione è piuttosto lontana dal tutto esaurito, ma sono comunque oltre 8'000 le persone accorse. L'ambiente è elettrico e la presenza di ragazze - anche molto giovani - è notevole, a dimostrazione che la band va ancora forte fra le giovanissime (ma sarà per la musica o per il bel faccino di Chad Kroeger?).
I canadesi si dimostrano da subito molto professionali, con un conto alla rovescia che conduce il pubblico verso l'inizio del concerto, anticipato da un video di saluto. Poi le luci si spengono e lo show comincia con la roboante opener (e title-track) dell'ultimo album, "Feed The Machine".
I suoni sono buoni, la band sembra piuttosto carica e pare divertirsi, cosa che non guasta mai. Il palco è abbastanza semplice ma efficace, con una classica pedana rialzata - con richiamo alla copertina del disco - che passa dietro alla batteria e un megaschermo a fare da sfondo. Nessun fuoco pirotecnico verrà utilizzato nella serata, ma le luci saranno usate con sapienza e in maniera piuttosto spettacolare.
La voce di Chad è eccellente e suona come su album. Ovviamente il gruppo si lancia su grandi classici come "Something in Your Mouth", "Someday" o "Photograph". Non molte purtroppo le composizioni provenienti dall'ultimo e valido album: oltre al brano d'apertura si sentirà solamente "Song on Fire".
Il punto negativo della serata, almeno per un purista del rock duro come il sottoscritto, sono le lunghe parti palesemente dedicate alle ragazzine in piena adolescenza, con ballate a non finire e urla isteriche del pubblico in stile boy band. Chad e il chitarrista Ryan Peake sono però bravi a intrattenere gli astanti, evitando un eccessivo effetto noia, con continui scherzi e battute. Molto carino lo spazio dedicato a una fan 12enne, che ha potuto cantare col gruppo il brano "Rockstar", per la gioia dell'agitatissimo padre presente.
L'immancabile "How You Remind Me" e la devastante "Burn it to the Ground" sono poi il gran finale di un buon concerto di una band valida, che però fa di tutto per mantenere vivo l'interesse di generazioni molto diverse fra loro, con risultati a volte un po' stonati per i puristi del genere.
L'occasione di vederli dal vivo all'Hallenstadion di Zurigo è quindi ghiotta e non me la sono lasciata scappare. La nota arena per l'occasione è piuttosto lontana dal tutto esaurito, ma sono comunque oltre 8'000 le persone accorse. L'ambiente è elettrico e la presenza di ragazze - anche molto giovani - è notevole, a dimostrazione che la band va ancora forte fra le giovanissime (ma sarà per la musica o per il bel faccino di Chad Kroeger?).
I canadesi si dimostrano da subito molto professionali, con un conto alla rovescia che conduce il pubblico verso l'inizio del concerto, anticipato da un video di saluto. Poi le luci si spengono e lo show comincia con la roboante opener (e title-track) dell'ultimo album, "Feed The Machine".
I suoni sono buoni, la band sembra piuttosto carica e pare divertirsi, cosa che non guasta mai. Il palco è abbastanza semplice ma efficace, con una classica pedana rialzata - con richiamo alla copertina del disco - che passa dietro alla batteria e un megaschermo a fare da sfondo. Nessun fuoco pirotecnico verrà utilizzato nella serata, ma le luci saranno usate con sapienza e in maniera piuttosto spettacolare.
La voce di Chad è eccellente e suona come su album. Ovviamente il gruppo si lancia su grandi classici come "Something in Your Mouth", "Someday" o "Photograph". Non molte purtroppo le composizioni provenienti dall'ultimo e valido album: oltre al brano d'apertura si sentirà solamente "Song on Fire".
Il punto negativo della serata, almeno per un purista del rock duro come il sottoscritto, sono le lunghe parti palesemente dedicate alle ragazzine in piena adolescenza, con ballate a non finire e urla isteriche del pubblico in stile boy band. Chad e il chitarrista Ryan Peake sono però bravi a intrattenere gli astanti, evitando un eccessivo effetto noia, con continui scherzi e battute. Molto carino lo spazio dedicato a una fan 12enne, che ha potuto cantare col gruppo il brano "Rockstar", per la gioia dell'agitatissimo padre presente.
L'immancabile "How You Remind Me" e la devastante "Burn it to the Ground" sono poi il gran finale di un buon concerto di una band valida, che però fa di tutto per mantenere vivo l'interesse di generazioni molto diverse fra loro, con risultati a volte un po' stonati per i puristi del genere.
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