Prendete dei brani pop noti più o meno a tutti e fategli indossare degli eleganti abiti da sera, ma che siano abiti neri, il più possibile tendenti al gotico. È proprio questo il concetto del progetto Exit Eden che, spinto in maniera magistrale dalla casa discografica, piomba sul mercato a suon di video su YouTube e post sui vari social network.
La cosa particolare di questa nuova realtà è che ruota completamente attorno alla presenza di quattro grandi voci femminili: Amanda Somerville, Anna Brunner, Marina La Torraca e Clementine Delauney.
L'effetto dell'album di debutto, intitolato “Rhapsodies in Black", è di immediata assimilazione, visto che come già detto stiamo parlando esclusivamente di cover prese a piene mani dal mondo pop. Non so se questo progetto sia effettivamente una cosa seria e duratura, o se sia semplicemente un divertimento proposto per stuzzicare il pubblico. La cosa non è però realmente importante, visto che il risultato è comunque gradevole.
L'arrangiamento sinfonico, con ovvi riferimenti alla musica Metal, riesce a gonfiare molte delle melodie proposte, tanto che in alcuni tratti si raggiungono livelli da pelle d'oca. Mi riferisco in particolare a "Unfaithful" di Rihanna, ripresa e riarrangiata in maniera sorprendente, ma anche al pezzo dei Depeche Mode "A Question of Time".
Le voci, poi, non hanno certo bisogno di essere commentate. Semplicemente sembra di ascoltare quattro angeli scesi dal cielo, con caratteristiche ben definite che non rendono monotono l'ascolto.
Certo, l'operazione è come minimo ruffiana e la formula del riarrangiamento è grosso modo sempre la stessa, senza particolari sorprese. Inoltre, in parte si gioca troppo sul sicuro e vengono scelti pezzi che già nella versione originale avevano un non so che di epico e maestoso, come la colonna sonora di 007 "Skyfall", solitamente interpretata da Adele, o anche l'oscura "Frozen" di Madonna.
La maggioranza dei brani è semplicemente godibile, come la delicata "Incomplete" dei Back Street Boys o "Heaven" di Bryan Adams.
La canzone meno riuscita è invece probabilmente "Firework" di Katy Perry, poiché decisamente troppo vicina all'originale.
In sostanza l'album è quindi promosso, ma non a pieni voti. Si tratta di un prodotto affascinante, anche se sarebbe molto più interessante ascoltare queste magnifiche cantanti esibirsi in brani inediti.
VOTO: 6,5/10
La cosa particolare di questa nuova realtà è che ruota completamente attorno alla presenza di quattro grandi voci femminili: Amanda Somerville, Anna Brunner, Marina La Torraca e Clementine Delauney.
L'effetto dell'album di debutto, intitolato “Rhapsodies in Black", è di immediata assimilazione, visto che come già detto stiamo parlando esclusivamente di cover prese a piene mani dal mondo pop. Non so se questo progetto sia effettivamente una cosa seria e duratura, o se sia semplicemente un divertimento proposto per stuzzicare il pubblico. La cosa non è però realmente importante, visto che il risultato è comunque gradevole.
L'arrangiamento sinfonico, con ovvi riferimenti alla musica Metal, riesce a gonfiare molte delle melodie proposte, tanto che in alcuni tratti si raggiungono livelli da pelle d'oca. Mi riferisco in particolare a "Unfaithful" di Rihanna, ripresa e riarrangiata in maniera sorprendente, ma anche al pezzo dei Depeche Mode "A Question of Time".
Le voci, poi, non hanno certo bisogno di essere commentate. Semplicemente sembra di ascoltare quattro angeli scesi dal cielo, con caratteristiche ben definite che non rendono monotono l'ascolto.
Certo, l'operazione è come minimo ruffiana e la formula del riarrangiamento è grosso modo sempre la stessa, senza particolari sorprese. Inoltre, in parte si gioca troppo sul sicuro e vengono scelti pezzi che già nella versione originale avevano un non so che di epico e maestoso, come la colonna sonora di 007 "Skyfall", solitamente interpretata da Adele, o anche l'oscura "Frozen" di Madonna.
La maggioranza dei brani è semplicemente godibile, come la delicata "Incomplete" dei Back Street Boys o "Heaven" di Bryan Adams.
La canzone meno riuscita è invece probabilmente "Firework" di Katy Perry, poiché decisamente troppo vicina all'originale.
In sostanza l'album è quindi promosso, ma non a pieni voti. Si tratta di un prodotto affascinante, anche se sarebbe molto più interessante ascoltare queste magnifiche cantanti esibirsi in brani inediti.
VOTO: 6,5/10
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