Ahhh, il buon zio Alice, 69 anni e non sentirli. Lo so, lo so, sembra il solito cliché utilizzato ormai chissà quante volte. Ma nel suo caso si tratta semplicemente della realtà. Non devo stare certo a raccontarvi della sua grandezza artistica e del suo ruolo nella storia della musica, anche perché quello che fa la differenza è più che altro l'entusiasmo immutato nel cantare e nel creare, e probabilmente anche una sana voglia di divertirsi.
Il nuovo album di Alice Cooper si intitola "Paranormal" e, come si può intuire, parla di svariate storie più o meno collegate all'ambito del paranormale, o quanto meno dello... "strano". Lo "shock rocker" ci regala un lavoro di classe, che ci consegna delle sonorità che oserei definire "vintage", che spaziano dal rock'n'roll vecchia scuola a sonorità più cupe, il tutto miscelato con venature ironiche e, ovviamente, anche inquietanti.
Inquietante è proprio l'aggettivo giusto per definire il brano d'apertura, che porta lo stesso nome dell'album: ascoltandolo vi sembrerà di sentire un freddo brivido che vi percorre la schiena, provocato da una misteriosa e invisibile presenza nella stanza. Verrete poi ridestati immediatamente dalla breve ma intensa "Dead Flies", che vi ricoderà la capacità di variare dell'istrionico cantante.
Di questo album amo però particolarmente il sapore retrò. Niente suoni bombastici come va spesso di moda ora, ma semplicemente le sonorità giuste, che permettono al lavoro di crescere nel tempo, guadagnando sempre più valore man mano che gli ascolti passano.
I pezzi, poi, senza voler esagerare con le venerazioni, sono semplicemente belli. "Fireball" è tascinante, anche se personalmente non gradisco troppo la voce eccessivamente filtrata, e lascia spazio alla parte più riuscita del disco. Prima tocca al bellissimo singolo "Paranoic Personality" - che vi darà l'impressione di essere costantemente osservati da qualcuno... - e poi alla rockeggiante e trascinante "Fallen in Love".
Semplicemente geniale è poi "Holy Waters", seguita dalla roboante "Rats". Ma uno dei punti più alti, dopo quelli già citati, è sicuramente "The Sound of A", probabilmente in assoluto il pezzo più inquietante del lotto, con le sue ambientazioni scure e cupe. Le ultime due canzoni, "Genuine American Girl" e "You and all your Friends", sono state suonate con la formazione originale della band. In particolare la prima è riuscitissima e decisamente spassosa, e vi farà sembrare di essere proiettati in un film americano anni '50.
Non è però finita qua. Il buon Alice Cooper ci regala infatti qualche grande classico dal vivo, registrato a Columbus, Ohio, nel 2016. Un piccolo dono che sicuramente fa piacere.
VOTO: 8/10.
Il nuovo album di Alice Cooper si intitola "Paranormal" e, come si può intuire, parla di svariate storie più o meno collegate all'ambito del paranormale, o quanto meno dello... "strano". Lo "shock rocker" ci regala un lavoro di classe, che ci consegna delle sonorità che oserei definire "vintage", che spaziano dal rock'n'roll vecchia scuola a sonorità più cupe, il tutto miscelato con venature ironiche e, ovviamente, anche inquietanti.
Inquietante è proprio l'aggettivo giusto per definire il brano d'apertura, che porta lo stesso nome dell'album: ascoltandolo vi sembrerà di sentire un freddo brivido che vi percorre la schiena, provocato da una misteriosa e invisibile presenza nella stanza. Verrete poi ridestati immediatamente dalla breve ma intensa "Dead Flies", che vi ricoderà la capacità di variare dell'istrionico cantante.
Di questo album amo però particolarmente il sapore retrò. Niente suoni bombastici come va spesso di moda ora, ma semplicemente le sonorità giuste, che permettono al lavoro di crescere nel tempo, guadagnando sempre più valore man mano che gli ascolti passano.
I pezzi, poi, senza voler esagerare con le venerazioni, sono semplicemente belli. "Fireball" è tascinante, anche se personalmente non gradisco troppo la voce eccessivamente filtrata, e lascia spazio alla parte più riuscita del disco. Prima tocca al bellissimo singolo "Paranoic Personality" - che vi darà l'impressione di essere costantemente osservati da qualcuno... - e poi alla rockeggiante e trascinante "Fallen in Love".
Semplicemente geniale è poi "Holy Waters", seguita dalla roboante "Rats". Ma uno dei punti più alti, dopo quelli già citati, è sicuramente "The Sound of A", probabilmente in assoluto il pezzo più inquietante del lotto, con le sue ambientazioni scure e cupe. Le ultime due canzoni, "Genuine American Girl" e "You and all your Friends", sono state suonate con la formazione originale della band. In particolare la prima è riuscitissima e decisamente spassosa, e vi farà sembrare di essere proiettati in un film americano anni '50.
Non è però finita qua. Il buon Alice Cooper ci regala infatti qualche grande classico dal vivo, registrato a Columbus, Ohio, nel 2016. Un piccolo dono che sicuramente fa piacere.
VOTO: 8/10.
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