Kai Hansen sembra godersi il suo buon momento, alternato fra i soliti Gamma Ray e il progetto Unisonic, portato avanti con successo in collaborazione con Michael Kiske. E cosa c'è di meglio per festeggiare se non la pubblicazione del primo album solista in assoluto? Ovviamente un album scritto in libertà, senza troppe pressioni da parte delle case discografiche, con un nome evocativo come "XXX - Three decades in Metal" e la collaborazione di tanti vecchi amici.
Come ci si potrebbe aspettare il lavoro parte in maniera roboante, con un classico pezzone d'apertura in salsa Power Metal intitolato "Born Free", a sottolineare la costante voglia di libertà dell'istrionico cantante-chitarrista. Una cosa che si nota subito è la difficoltà del buon Hansen nel raggiungere le note più alte, tanto che in alcuni frangenti si ottiene il classifo effetto "gallina strozzata", anche se nel complesso il risultato rimane comunque abbastanza buono. Può quindi non essere un caso che i Gamma Ray abbiano recentemente reclutato un cantante di ruolo come Frank Beck.
È poi ora di far entrare in scensa gli ospiti: la divertente "Enemies Of Fun" vede la presenza dietro al microfono di un aggressivo Ralf Scheepers, che per una volta ringhia in modo feroce, tralasciando i classici acuti estremi. Segue poi un altro brano giocherellone chiamato "Contract Song", alla presenza del grandissimo Dee Snider.
A questo punto è già chiaro che chi si aspettava novità musicali da questo lavoro solista sarà rimasto deluso. Lo stile musicale infatti non si discosta praticamente per niente da quanto proposto con i Gamma Ray. L'impressione è semplicemente che tutto sia stato composto senza pressione e in allegria, come se fosse una festa fra amici.
Questo non vuol comunque dire che la qualità sia stata sacrificata. Anzi, le seguenti "Making Headlines", con Tobias Sammet, e soprattutto "Stranger in Time", con l'impressionante formazione Sammet-Kiske-Roland Grapow, fanno una grandissima figura e dimostrano che la vena artistica di Hansen è apparentemente inesauribile. Molto belli - senza far gridare al miracolo - anche i duetti proposti con la cantante francese Clémentine Delauney, che appare nei brani "Fire and Ice", "Left Behind" e "All Or Nothing". I toni in questi casi sono più eleganti e raffinati.
La conclusione del disco è invece affidata ad un pezzo tutta grinta, "Follow The Sun", con l'apparizione di Sua Maestà Hansi Kürsch, che sfodera la sua inconfondibile voce dando potenza ad una canzone che sicuramente non rimarrà nella storia.
Insomma, anche se non siamo di fronte a un lavoro miracoloso, l'opera solista di Kai Hansen fa la sua bella figura e si lascia ascoltare con piacere. Il tutto fa ben sperare per il futuro.
VOTO: 7/10
Come ci si potrebbe aspettare il lavoro parte in maniera roboante, con un classico pezzone d'apertura in salsa Power Metal intitolato "Born Free", a sottolineare la costante voglia di libertà dell'istrionico cantante-chitarrista. Una cosa che si nota subito è la difficoltà del buon Hansen nel raggiungere le note più alte, tanto che in alcuni frangenti si ottiene il classifo effetto "gallina strozzata", anche se nel complesso il risultato rimane comunque abbastanza buono. Può quindi non essere un caso che i Gamma Ray abbiano recentemente reclutato un cantante di ruolo come Frank Beck.
È poi ora di far entrare in scensa gli ospiti: la divertente "Enemies Of Fun" vede la presenza dietro al microfono di un aggressivo Ralf Scheepers, che per una volta ringhia in modo feroce, tralasciando i classici acuti estremi. Segue poi un altro brano giocherellone chiamato "Contract Song", alla presenza del grandissimo Dee Snider.
A questo punto è già chiaro che chi si aspettava novità musicali da questo lavoro solista sarà rimasto deluso. Lo stile musicale infatti non si discosta praticamente per niente da quanto proposto con i Gamma Ray. L'impressione è semplicemente che tutto sia stato composto senza pressione e in allegria, come se fosse una festa fra amici.
Questo non vuol comunque dire che la qualità sia stata sacrificata. Anzi, le seguenti "Making Headlines", con Tobias Sammet, e soprattutto "Stranger in Time", con l'impressionante formazione Sammet-Kiske-Roland Grapow, fanno una grandissima figura e dimostrano che la vena artistica di Hansen è apparentemente inesauribile. Molto belli - senza far gridare al miracolo - anche i duetti proposti con la cantante francese Clémentine Delauney, che appare nei brani "Fire and Ice", "Left Behind" e "All Or Nothing". I toni in questi casi sono più eleganti e raffinati.
La conclusione del disco è invece affidata ad un pezzo tutta grinta, "Follow The Sun", con l'apparizione di Sua Maestà Hansi Kürsch, che sfodera la sua inconfondibile voce dando potenza ad una canzone che sicuramente non rimarrà nella storia.
Insomma, anche se non siamo di fronte a un lavoro miracoloso, l'opera solista di Kai Hansen fa la sua bella figura e si lascia ascoltare con piacere. Il tutto fa ben sperare per il futuro.
VOTO: 7/10
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