Gli AC/DC sono arrivati a questo tour mondiale dopo diversi colpi di sfortuna: la demenza che ha colpito Malcom Young, l'arresto del batterista Phil Rudd e infine il grave danno all'udito dello storico cantante Brian Johnson. Come se non bastasse è poi arrivato un mare di polemiche, dovuto al fatto che come sostituto di Johnson per le date dal vivo è stato scelto nientepopodimeno che Axl Rose, uno dei personaggi più controversi del Rock, tutto genio e sregolatezza.
La band australiana non ha però badato troppo alle chiacchiere dei giornalisti o dei fan più intransigenti e nostalgici, ed ha fatto proseguire la colossale macchina live. E sapete cosa? Ha fatto benissimo. Bastava fare un giro davanti allo Stade de Suisse di Berna prima del loro concerto per capire la portata dell'evento: un'orda di persone in piena fibrillazione ha invaso il quartiere, l'eccitazione era palpabile e tutti erano pronti semplicemente a fare festa a suon di Rock'N'Roll. I biglietti sono andati a ruba e lo stadio bernese era traboccante, con oltre 40'000 spettatori.
Quello che probabilmente non hanno colto i detrattori di Axl Rose, è che questo cambio alla voce (a quanto sembra, comunque provvisorio) ha reso l'intero tour storico. Una delle più grandi band di sempre incontra un cantante geniale, solitamente nelle file di un altro gruppo di caratura mondiale, una cosa che probabilmente non avverrà mai più, e che ha dato vita ad una creatura mastodontica e dalle capacità semi-divine. Già, perché non si parla (solo) di marketing, ma anche di qualità: Axl è in forma come non si vedeva da tempo, e il tutto dà nuova vita a pezzi che hanno fatto la storia della musica, facendo la gioia di chiunque.
Ma andiamo con ordine. Entrati nello stadio - rigorosamente sotto una pioggia battente che non darà tregua - si incontra il mastodontico palco. Come tradizione la parte centrale è a forma di cappellino con le corna, sullo sfondo uno schermo gigante, che si somma ai due laterali, per permettere visibilità anche ai più lontani. Suona il gruppo di spalla, "Tyler Bryant & The Shakedown", che propone una sorta di hard rock/blues. Ma, onestamente, non mi interessa, come interessa poco anche a tutti gli altri presenti, si aspettano solo gli AC/DC.
E poi eccoli, finalmente. Nella folla si vedono migliaia di corna rosse lampeggiare, i mega schermi si illuminano e parte un filmato, che mostra chiaramente come gli australiani siano arrivati sulla luna prima degli americano, e poi eccolo... il potente suono della chitarra di Angus che entra nei timpani di tutti, dando il via - fra le esplosioni - a "Rock or Bust" e a tutto lo show. Arriva anche l'osservato speciale, Axl Rose, che in pochi secondi zittisce tutti i critici, con una voce semplicemente micidiale, tagliente come la lama di un rasoio. Tutto questo con una gamba ingessata (perché la sfortuna colpisce sempre tutta insieme), che però non gli impedisce di esibirsi in originali balletti.
Il pubblico, per gli standard svizzeri, è in delirio, e non ha il tempo di rifiatare, poiché viene colpito dalle adrenaliniche note di "Shoot to Thrill" e "Hell Ain't a Bad Place to Be". Angus lo conosciamo tutti, e sappiamo che non si ferma un secondo. Ma pensando alla sua età, ovvero 61 anni, non si può che rimanere esterrefatti. Non fa che dimenarsi, esibendosi continuamente nel suo classico passo saltellante e correndo sulla pedana di fronte al palco, assolutamente non curante della pioggia che cade.
Il Rock continua a risuonare nello stadio senza sosta, con classici come "Thunderstruck", "Rock'N'Roll Train" e "Hells Bells". Le uniche pecche che ogni tanto si notano sono legate all'audio, in particolare con i suoni altalenanti del microfono, a volte troppo bassi ed altre volte quasi coprenti. Ma poco male, sono sbavature del live che ci possono stare, e nessuno ci fa troppo caso.
Non può mancare poi "T.N.T.", seguita da "Whole Lotta Rosie" - con l'immancabile e gigantesca bambola gonfiabile sullo sfondo - e "Le There Be Rock", con Angus che semplicemente impazzisce, proponendo un funambolico assolo di almeno 15 minuti, in cui fa di tutto: corre, salta, si fa sollevare da una pedana in mezzo al pubblico e si tuffa nelle pozzanghere. A questo il punto la band sparisce, e si fa chiamare per il bis. E ovviamente ritorna in pompa magna, con l'attesissima "Highway to Hell", seguita da "Riff Raff" e dalla solita "For Those About to Rock (We Salute You)", che mette fine allo show di oltre due ore in mezzo a una marea di esplosioni.
Gli AC/DC hanno dimostrato ancora una volta di essere i migliori, anche nelle loro scelte. Hanno fatto bene ad affrontare a viso aperto la sfortuna, hanno fatto bene a continuare il tour e hanno fatto bene a scegliere Axl Rose, perché esibizioni di questo genere rimangono nella storia. E chi non è d'accordo... ascolta Gigi D'Alessio.
La band australiana non ha però badato troppo alle chiacchiere dei giornalisti o dei fan più intransigenti e nostalgici, ed ha fatto proseguire la colossale macchina live. E sapete cosa? Ha fatto benissimo. Bastava fare un giro davanti allo Stade de Suisse di Berna prima del loro concerto per capire la portata dell'evento: un'orda di persone in piena fibrillazione ha invaso il quartiere, l'eccitazione era palpabile e tutti erano pronti semplicemente a fare festa a suon di Rock'N'Roll. I biglietti sono andati a ruba e lo stadio bernese era traboccante, con oltre 40'000 spettatori.
Quello che probabilmente non hanno colto i detrattori di Axl Rose, è che questo cambio alla voce (a quanto sembra, comunque provvisorio) ha reso l'intero tour storico. Una delle più grandi band di sempre incontra un cantante geniale, solitamente nelle file di un altro gruppo di caratura mondiale, una cosa che probabilmente non avverrà mai più, e che ha dato vita ad una creatura mastodontica e dalle capacità semi-divine. Già, perché non si parla (solo) di marketing, ma anche di qualità: Axl è in forma come non si vedeva da tempo, e il tutto dà nuova vita a pezzi che hanno fatto la storia della musica, facendo la gioia di chiunque.
Ma andiamo con ordine. Entrati nello stadio - rigorosamente sotto una pioggia battente che non darà tregua - si incontra il mastodontico palco. Come tradizione la parte centrale è a forma di cappellino con le corna, sullo sfondo uno schermo gigante, che si somma ai due laterali, per permettere visibilità anche ai più lontani. Suona il gruppo di spalla, "Tyler Bryant & The Shakedown", che propone una sorta di hard rock/blues. Ma, onestamente, non mi interessa, come interessa poco anche a tutti gli altri presenti, si aspettano solo gli AC/DC.
E poi eccoli, finalmente. Nella folla si vedono migliaia di corna rosse lampeggiare, i mega schermi si illuminano e parte un filmato, che mostra chiaramente come gli australiani siano arrivati sulla luna prima degli americano, e poi eccolo... il potente suono della chitarra di Angus che entra nei timpani di tutti, dando il via - fra le esplosioni - a "Rock or Bust" e a tutto lo show. Arriva anche l'osservato speciale, Axl Rose, che in pochi secondi zittisce tutti i critici, con una voce semplicemente micidiale, tagliente come la lama di un rasoio. Tutto questo con una gamba ingessata (perché la sfortuna colpisce sempre tutta insieme), che però non gli impedisce di esibirsi in originali balletti.
Il pubblico, per gli standard svizzeri, è in delirio, e non ha il tempo di rifiatare, poiché viene colpito dalle adrenaliniche note di "Shoot to Thrill" e "Hell Ain't a Bad Place to Be". Angus lo conosciamo tutti, e sappiamo che non si ferma un secondo. Ma pensando alla sua età, ovvero 61 anni, non si può che rimanere esterrefatti. Non fa che dimenarsi, esibendosi continuamente nel suo classico passo saltellante e correndo sulla pedana di fronte al palco, assolutamente non curante della pioggia che cade.
Il Rock continua a risuonare nello stadio senza sosta, con classici come "Thunderstruck", "Rock'N'Roll Train" e "Hells Bells". Le uniche pecche che ogni tanto si notano sono legate all'audio, in particolare con i suoni altalenanti del microfono, a volte troppo bassi ed altre volte quasi coprenti. Ma poco male, sono sbavature del live che ci possono stare, e nessuno ci fa troppo caso.
Non può mancare poi "T.N.T.", seguita da "Whole Lotta Rosie" - con l'immancabile e gigantesca bambola gonfiabile sullo sfondo - e "Le There Be Rock", con Angus che semplicemente impazzisce, proponendo un funambolico assolo di almeno 15 minuti, in cui fa di tutto: corre, salta, si fa sollevare da una pedana in mezzo al pubblico e si tuffa nelle pozzanghere. A questo il punto la band sparisce, e si fa chiamare per il bis. E ovviamente ritorna in pompa magna, con l'attesissima "Highway to Hell", seguita da "Riff Raff" e dalla solita "For Those About to Rock (We Salute You)", che mette fine allo show di oltre due ore in mezzo a una marea di esplosioni.
Gli AC/DC hanno dimostrato ancora una volta di essere i migliori, anche nelle loro scelte. Hanno fatto bene ad affrontare a viso aperto la sfortuna, hanno fatto bene a continuare il tour e hanno fatto bene a scegliere Axl Rose, perché esibizioni di questo genere rimangono nella storia. E chi non è d'accordo... ascolta Gigi D'Alessio.
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