Una delle cose belle del Metal, è che si tratta di un genere estremamente vario. Dopo aver parlato di inferi e di sonorità malefiche e putride scrivendo la recensione dei Venom, mi trovo ora fra le mani l’ultimo lavoro degli Angra, che sembra invece puntare alla perfezione delle volte celesti.
Se il
futuro del gruppo brasiliano è perlomeno in bilico, a causa dell’entrata del
chitarrista Kiko Loureiro nei Megadeth, il presente è luminoso. L’album “Secret
Garden” è il primo dal 2010 ed è anche il primo con l’italiano Fabio Lione
dietro al microfono, e l’impronta dell’esperto cantante si sente subito. La sua
voce fa infatti la parte del… lione (battutona!) con una prestazione - tanto per cambiare – che rasenta la
perfezione.
Il disco rende chiaro fin dalla opener “Newborn Me” di appartenere ad un Power Metal
fortemente influenzato dal Progressive. Il suono è pulitissimo e l’esecuzione
dei pezzi pure, con melodie che – pur appartenendo sempre alla musica
Metal - riescono in qualche modo a dare
una sorta di calma e pace interiore. Non mancano poi eleganti inserti di
percussioni tipiche del Sudamerica, che danno un’impronta inconfondibile alle
canzoni.
“Black
Hearted Soul” e "Final Light” sono un valido esempio di queste caratteristiche, ma il quintetto riesce
anche a sorprendere, proponendo la riuscitissima cover dei Police “Synchronicity
II”, in cui Lione ancora una volta dimostra la sua versatilità. Bellissima poi
l’evocativa e quasi mistica “Violet Sky”, che sfoggia anche un coro in
italiano. Non mancano ovviamente nemmeno i pezzi più lenti e introspettivi, che
in questo caso sono accompagnati da sinuose voci femminile. Abbiamo infatti la
bellissima “Secret Garden” con Simone Simmons (Epica) e la commovente e allo
stesso tempo trascinante “Crushing Room”, con l’inossidabile Doro Pesch.
Gli unici
veri cali si hanno forse con l’eccessivamente pretenziosa “Upper Levels” e con
la ballata finale “Silent Call”, che non aggiunge niente al lavoro. Insomma, in
conclusione si tratta di un album davvero ben riuscito, che dimostra come gli
Angra meriterebbero un successo ancora maggiore di quello già hanno raggiunto.
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