Per assistere al (nuovo) tour d'addio
degli Scorpions il nostro fedele navigatore ci porta nella località
di Piazzola sul Brenta, nella provincia di Padova, dove si tiene
l'Hydrogen festival. Il delizioso paesino circondato da alberi e
campi di grano si dimostrerà il luogo ideale per un concerto. Ampi
posteggi distano pochi minuti dall'arena, che per la precisione consiste nella
piazza centrale di una enorme e bellissima residenza costruita fra il
XVI e XVII secolo, conosciuta col nome di Villa Contarini,
circondata oltretutto da un bellissimo (e fresco!) parco. L'edificio
principale, sapientemente illuminato, rimane sulla sinistra degli
spettatori, creando un effetto magico.
Nella caldissima giornata il villaggio
viene preso d'assalto dalla classica orda di nero vestita. Si crea subito un ambiente di festa, con musia Rock e Metal che suona
fra le bancarelle già prima dell'entrata in zona palco. Non rimane
quindi che dare fuoco alle polveri.
H.E.A.T.
L'onore/onere di aprire le danze spetta
agli svedesi H.E.A.T., che personalmente non conoscevo per niente. I
ragazzi di Stoccolma, avendo vinto nel 2009 anche un Award per la
musica Metal svedese, non sono comunque degli sprovveduti, e la cosa si
vede nettamente sul palco. Il quintetto sfodera un Hard Rock che in
alcuni passaggi ricorda Bon Jovi o gli Europe più recenti, il tutto
in una chiave un po' più potente. La presenza scenica è sicura e
l'incitamento al pubblico non manca.Certo, forse i membri della band
potevano risparmiarsi di far cantare diverse parti delle canzoni ai
presenti, visto che quasi nessuno sembrava conoscere le parole. Poco
male, visto che il concerto è risulta gradevole e divertente.
Il cantante Erik Grönwall
si dimostra un animale da palcoscenico: salta, corre e scuote la
testa come un ossesso. Il pubblico esplode poi in un boato quando il
gruppo esegue una parte di “Rock and Roll” dei leggendari Led
Zeppelin. Promossi.
Scorpions
Sono le dieci di sera e il cielo è
sempre più scuro, ed è quindi tempo di vedere all'opera gli
headliner della serata. I due livelli del palco sono ricoperti da
schermi, e lo stesso dicasi per lo sfondo. Un'introduzione con
immagini del californiano Us festival del 1983, in cui gli Scorpions
si sono esibiti di fronte a circa 350'000 persone, comincia a scaldare l'ambiente. A questo punto la
parte centrale della scenografica si alza, sollevando la batteria, e il gruppo tedesco
entra suonando la roboante “Sting in the Tail”, tratta
dall'omonimo album.
Subito si capisce che ci sarà da
divertirsi: i suoni sono potenti e puliti, e il pubblico fin dal
primo istante comincia a cantare i ritornelli insieme a Klaus Meine.
Quest'ultimo di dimostra vocalmente in forma, tanto da proporre ogni
canzone praticamente come tutti se la ricordano, comprese le parti più
acute. Sul palco, come sempre, la parte del leone la fa l'ossigenato
chitarrista Rudolf Schenker, che non smette un attimo di saltare e
correre, continuando ovviamente a macinare gli storici riff degli
scorpioni. L'eccentrico musicista propone anche diversi cambi di
look, uno più tamarro dell'altro, con tanto di cappello da cowboy.
La storica band, ormai arrivata al
quarantesimo (!) anno d'attività, non sembra assolutamente sentire
il peso degli anni. Riescono a far divertire il pubblico, e
soprattutto sembrano divertisti loro stessi come ragazzini. La
scaletta è da pelle d'oca, e non manca nemmeno un classico: si va da
“Black Out” a “Holiday”, dalla più recente “Raised to
Rock” a “Big City Nights”, da “Send Me An Angel” a “Is
There Anybody There”.
Vengono proposti anche un assolo di
batteria e basso - molto bello e molto Metal, ma quasi furoi contesto
– e uno non ispiratissimo di chitarra di un altrimenti precisissimo
ed efficacissimo Matthias Jabs.Quello che rimarrà per sempre nella
memoria dei presenti è sicuramente il bis, un gran finale che
propone tre delle canzoni più belle mai scritte nella storia del
Rock: parlo ovviamente di “Still Loving You”, “Wind Of Change”
- vi assicuro che sentire questa canzone dal vivo è un'emozione
indescrivibile – e la potentissima “Rock You Like a Hurricane”.
Dopo la meritata ovazione tutti lasciano l'arena
canticchiando i brani appena sentiti, consapevoli che questra
potrebbe essere stata l'ultima occasione di vedere gli Scorpions dal
vivo.
Commenti
Posta un commento