Inutile dirlo, quando due mostri sacri della scena Metal come Mike Portnoy e Russell Allen si uniscono per dare vita ad un gruppo, le aspettative non possono che essere altissime. L'attesa è poi ulteriormente cresciuta con la pubblicazione di un live video con una spettacolare cover di "Mob Rules" dei Black Sabbath. Ed è proprio con questo spirito molto ottimista che comincio ad ascoltare l'album di debutto degli Adrenaline Mob, intitolato "Omertà".
Dalle prime battute tuttavia rimango piuttosto perplesso: con la opener "Undaunted" mi si presenta davanti un muro sonoro piuttosto compatto, che unito ad un ritornello catchy richiama fortemente al Metal pseudo alternativo/commerciale americano (qualcuno ha detto forse Avenged Sevenfold?) e addirittura al Nu Metal. Al primo ascolto del disco la sensazione di straniamento - dovuta anche alla mia distanza da questi generi musicali - non svanisce completamente.
Per fortuna ulteriori ascolti più attenti permettono di grattare via dalla superfice questa sensazione fastidiosa e fanno scoprire brani tutto sommato piacevoli, anche se molto lontani dalle prodigiose acrobazie progressive di Symphony X e Dream Theater.
A salvare tutto ci pensano ovviamente i due protagonissti indiscussi: Portnoy - pur non puntando sulla complessità - riesce a dare spessore alla sezione ritmica, evitando la noia che inevatibilmente incombe sui brani di stampo moderno troppo semplici. Il buon Russell, più aggressivo che con il suo gruppo principale, sfodera in più punti la sua incredibile voce e tesse melodie pregevoli, confermandosi ancora una volta uno dei migliori cantanti in circolazione.
Alcuni brani, come "Indifferent" o "Come Undone" - che vede la partecipazione di Lzzy Hale degli Halestorm - fanno particolarmente presa e potrebbero tranquillamente finire nelle classifiche di vendita. Altri, vedi "Freight Train" o "Feelin' Me" - che sembra uno scarto dei Judas Priest dell'era Ripper - sono piuttosto inutili, anche se bisogna ammettere che non mancano di grinta.
Nonostante l'attitudine abbastanza aggressiva e, come già detto, moderna, il gruppo sembra dare il meglio di sé con ballate e semi-ballate: molto belle infatti sia "Angel Sky" che "All On The Line".
Tirando le somme, questo lavoro, pur non incontrando per forza tutti i miei gusti musicali, si lascia ascoltare, in particolare grazie a due personaggi che di talento ne hanno da vendere.
VOTO: 7/10
Dalle prime battute tuttavia rimango piuttosto perplesso: con la opener "Undaunted" mi si presenta davanti un muro sonoro piuttosto compatto, che unito ad un ritornello catchy richiama fortemente al Metal pseudo alternativo/commerciale americano (qualcuno ha detto forse Avenged Sevenfold?) e addirittura al Nu Metal. Al primo ascolto del disco la sensazione di straniamento - dovuta anche alla mia distanza da questi generi musicali - non svanisce completamente.
Per fortuna ulteriori ascolti più attenti permettono di grattare via dalla superfice questa sensazione fastidiosa e fanno scoprire brani tutto sommato piacevoli, anche se molto lontani dalle prodigiose acrobazie progressive di Symphony X e Dream Theater.
A salvare tutto ci pensano ovviamente i due protagonissti indiscussi: Portnoy - pur non puntando sulla complessità - riesce a dare spessore alla sezione ritmica, evitando la noia che inevatibilmente incombe sui brani di stampo moderno troppo semplici. Il buon Russell, più aggressivo che con il suo gruppo principale, sfodera in più punti la sua incredibile voce e tesse melodie pregevoli, confermandosi ancora una volta uno dei migliori cantanti in circolazione.
Alcuni brani, come "Indifferent" o "Come Undone" - che vede la partecipazione di Lzzy Hale degli Halestorm - fanno particolarmente presa e potrebbero tranquillamente finire nelle classifiche di vendita. Altri, vedi "Freight Train" o "Feelin' Me" - che sembra uno scarto dei Judas Priest dell'era Ripper - sono piuttosto inutili, anche se bisogna ammettere che non mancano di grinta.
Nonostante l'attitudine abbastanza aggressiva e, come già detto, moderna, il gruppo sembra dare il meglio di sé con ballate e semi-ballate: molto belle infatti sia "Angel Sky" che "All On The Line".
Tirando le somme, questo lavoro, pur non incontrando per forza tutti i miei gusti musicali, si lascia ascoltare, in particolare grazie a due personaggi che di talento ne hanno da vendere.
VOTO: 7/10
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