Steelwing:
Il gruppo di spalla di questa sera si chiama Steelwing. Già dal nome si può intuire dove questi svedesi andranno a parare, ed in effetti come comincia la loro esibizione si entra in un mondo di purissimo power metal, talmente puro da cadere negli abissi delle banalità. La band è decisamente acerba ed il cantante, a parte un'incredibile inclinazione per gli acuti spacca bicchieri, ha una timbrica vocale piuttosto monotona e piatta. Il loro merito è quello di impegnarsi molto, con continui tentativi di coinvolgere la folla, a volte anche riusciti.
Blind Guardian:
Una delle grandi magie che il Metal sa creare dal vivo è la sensazione di essere parte di una grande famiglia: tutti i presenti - che siano 100 o 96‘000 - si trovano nello stesso luogo per uno scopo ben preciso e provano un amore viscerale e incondizionato per la musica e per la band che sta per suonare. Ci sono però alcuni gruppi che riescono ad amplificare queste emozioni fino all’inverosimile, catapultandoti in una sorta di mondo parallelo dove tutto è più bello, facendoti venire le lacrime agli occhi dall’emozione, e i Blind Guardian in questo sono dei veri e propri maestri.
Già altre volte avevo visto i Bardi all’opera, ma mai allo Z-7, storico locale che ha dalla sua un ambiente piuttosto “intimo” (capienza di poco superiore ai 1‘000 spettatori) e soprattutto un’acustica che rasenta la perfezione. Fin dalle prime note di “Sacred Worlds”, opener dell’ultimo album, si entra in un mondo fantastico, composto da paesaggi mozzafiato e personaggi mitici, che forse solo chi ha letto i capolavori di J.R.R. Tolkien riesce a comprende a pieno.
Sensazioni quasi mistiche a parte, dal lato musicale il concerto è impeccabile: i tedeschi dal punto di vista strumentale difficilmente sbagliano, ma croce e delizia delle loro esibizioni è sempre e solo lui, il cantante Hansi Kürsch, la vera anima del gruppo. Questa sera, nella sala stracolma di persone, il buon Hansi sfodera una prestazione magistrale, con un’alternanza di potenza ed epicità che sono un’autentica dimostrazione di classe.
Detto questo, in fondo, c'è poco altro da aggiungere, perché è sempre maledettamente difficile trovare le parole per descrivere una serata magica. I grandi classici si alternano come logico a pezzi del nuovo album, che non sfigurano affatto (penso in particolare alle riuscite “Tanelorn” e “Wheel Of Time”). Il momento topico si raggiunge come sempre con la mitica “Bard’s song”, cantata all’unisono da tutti i presenti, per poi arrivare alla finale, e sempre emozionante, “Mirror Mirror”, che conclude lo show in un autentico tripudio.
In seguito le luci si riaccendono, la note non escono più dalle casse e la Terra di Mezzo si allontana, facendo tornare tutti alla realtà, con un pizzico di malinconia.
eh voi metallari!
RispondiEliminamentre leggevo pensavo al tuo post sui guns n roses. ha(nno) suonato anche qua ma tutte le reviews che ho letto sono state impietose su axl rose, soprattutto per il fatto d'aver iniziato il concerto tardissimo facendo così perdere l'ultima metro per tornare a casa ai presenti!
so che tu avresti apprezzato però.
a presto caro
Francesco
Hehehe, con Axl c'è sempre qualche rischio, quando ha voglia di fare il coglione non ce n'è per nessuno :D
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