I personaggi mitici all'interno della scena musicale di solito raggiungono tale status per ragioni ben precise: alcuni per la loro coerenza stilistica, altri per la loro originalità. Proprio per questo l'ultima opera del leggendario Udo Dirkschneider rappresenta una vera e propria sorpresa: quando tutti si aspettavano il solito granitico album Metal senza alcun fronzolo, ecco che il cantante dall'ugola gracchiante si presenza in compagnia del Musikkorps Der Bundeswehr, ovvero l'orchestra dell'esercito tedesco.
Ora, non so voi, ma io faccio davvero fatica ad immaginarmi qualcosa di più teutonicamente esaltante di Udo che si scatena in un album Metal accompagnato da una banda militare, praticamente il solo pensiero è da pelle d'oca. E, difatti, questo bellicoso connubio funziona alla grande: le parti orchestrali mettono le ali alle composizioni del vocalist, le rendono in qualche modo più facili da ascoltare, senza tuttavia farle divenire eccessivamente melodiche.
Orchestrazioni vorticose si trasformano in un roccioso riff, rendendo "Pandemonium" un pezzo d'apertura semplicemente perfetto, anche perché riassume molto bene il concetto dell'album "We Are One", ovvero valorizzare le creazioni Metal con l'ausilio degli strumenti tipici delle formazioni militari. La title-track si presenta dal canto suo come una sorta di trionfale inno, con la grezza voce di Udo che crea interessanti contrasti con le melodie create dai fiati dell'orchestra. Seguono i due brani "Love and Sin" e "Future is the Reason Why", che risultano fra i più riusciti del disco, continuando sulla falsa riga di quanto già descritto.
Certo, non tutto è perfetto. L'intervento della banda, specialmente quando a dominare sono i fiati, rende a volte il tutto un po' "pacchiano" e quasi buffo, forse semplicemente perché si tratta di una combinazioni di suoni molto atipica. Sono poi presenti anche dei brani puramente strumentali, che onestamente non portano un grande valore aggiunto al disco e danno l'impressione di essere stati piazzati semplicemente come tributo all'orchestra che ha partecipato al lavoro.
I brani di stampo metallicamente classico valorizzati dall'orchestra sono però numerosi, basti pensare - oltre agli esempi già citati - alla riuscitissima "Rebel Town" o alla scatenata "We Strike Back". Oltre a questo, la presenza di sonorità diverse dal solito ha permesso la creazione di pezzi decisamente strani - trattandosi di un disco di Udo - ma comunque gradevolissimi, come "Here We Go Again", che porta un ritmo clamorosamente funky, con linee vocali prese direttamente dal rap.
L'album è insomma decisamente originale ed è impossibile annoiarsi durante l'ascolto. Acquisto consigliato per chi ha voglia di qualcosa di un po' diverso dal solito.
VOTO: 7/10
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