Il 2019 è terminato con un bel concerto in quel di Berna e il 2020 parte nel migliore dei modi, con l'avvento dei Sabaton e il loro Great Tour in terra zurighese. Il pubblico elvetico accorre numeroso, anche se nel capiente Hallenstadion viene aperta solamente la metà bassa delle tribune, senza tuttavia compromettere l'atmosfera. Ospiti d'eccezione: i finlandesi Apocalyptica.
Apocalyptica
Il quartetto di violoncellisti più famoso del panorama Metal appare in una semplice ma elegante scenografia, caratterizzata da uno sfondo interamente composto da un telone/schermo. Le qualità musicali del gruppo sono indubbie, ma fin dalla iniziale "Rise" emerge il problema già evidenziato al momento della pubblicazione degli ultimi singoli: il suono della batteria è fin troppo presente, con il risultato di quasi sovrastare le melodie dei violoncelli.
Il pubblico elvetico reagisce in moto piuttosto freddo e sembra non conoscere la proposta dei musicisti di Helsinki, nemmeno la mitica "Path" eseguita in maniera spettacolare. La situazione cambia solo quando viene proposto quello per cui questo gruppo è diventato famoso negli anni '90: le cover di pezzi dei Metallica. Ed è così che sulle note di "Seek & Destroy" il pubblico finalmente si scalda un po', per poi commuoversi con l'immancabile "Nothing Else Matters".
La prestazione nel suo globale è buona, anche se sicuramente non rimarrà negli annali.
Sabaton
Quando il grande telone nero che copre il palco si abbassa, sulle note di "Ghost Divion", al pubblico si presenta una vera e propria trincea proveniente dalla Prima guerra mondiale, con tanto di esplosioni, seppur decisamente meno terrificanti di quelle dell'epoca. I Sabaton si presentano così, con il loro solito spirito battagliero e la loro voglia di fuoco e fiamme, questa volta con un pubblico decisamente scatenato e palesemente accorso a Zurigo solamente per loro.
La scenografia, fra carri armati e immagini di guerra, è ricca e senza dubbio spettacolare. I musicisti sono in piena forma per questa prima tappa del nuovo tour europeo e si divertono col pubblico presente, che apprezza visibilmente i pezzi del nuovo album. "Great War" viene ad esempio cantata a squarcia gola dai presenti, seguita dalla spettacolare "The Attack of the Dead Men" - con tanto di Joakim Brodén munito di maschera antigas - e da "Seven Pillars of Wisdom". Un inizio basato su materiale recente, che dimostra la fiducia che la band ripone nel proprio lavoro.
Joakim si dimostra il solito simpaticone e chiacchiera amabilmente col pubblico, che dal canto suo lo invita continuamente a bere boccali di birra belli colmi, come ormai tradizione. Il cantante, che sfodera una prestazione solida e grintosa, si mostra visibilmente commosso per il numeroso pubblico presente e ricorda il primo spettacolo del gruppo in Svizzera, davanti a soli 90 spettatori.
Dopo altri pezzi spettacolari dell'ultimo album, come "The Red Baron" e "82nd All The Way", gli Apocalyptica tornano sul palco per accompagnare i loro amici di lunga data. In questa veste il gruppo finnico fa un figurone e valorizza sia le composizioni dei Sabaton che la sua stessa proposta. Immancabile ovviamente "Angels Calling", ma vengono eseguiti numerosi altri pezzi, fra i quali "Field of Verdun" e "Carolus Rex".
Oltre alla recente "Bismarck", il finale è affidato ai grandi classici "Primo Victoria", "Swedish Pagans" e "To Hell and Back", che in un ambiente di festa generale mettono fine ad un concerto infuocato ed intenso, che ha messo perfettamente in evidenza lo stato di grazia di un gruppo nel pieno della sua forma.
Apocalyptica
Il quartetto di violoncellisti più famoso del panorama Metal appare in una semplice ma elegante scenografia, caratterizzata da uno sfondo interamente composto da un telone/schermo. Le qualità musicali del gruppo sono indubbie, ma fin dalla iniziale "Rise" emerge il problema già evidenziato al momento della pubblicazione degli ultimi singoli: il suono della batteria è fin troppo presente, con il risultato di quasi sovrastare le melodie dei violoncelli.
Il pubblico elvetico reagisce in moto piuttosto freddo e sembra non conoscere la proposta dei musicisti di Helsinki, nemmeno la mitica "Path" eseguita in maniera spettacolare. La situazione cambia solo quando viene proposto quello per cui questo gruppo è diventato famoso negli anni '90: le cover di pezzi dei Metallica. Ed è così che sulle note di "Seek & Destroy" il pubblico finalmente si scalda un po', per poi commuoversi con l'immancabile "Nothing Else Matters".
La prestazione nel suo globale è buona, anche se sicuramente non rimarrà negli annali.
Sabaton
Quando il grande telone nero che copre il palco si abbassa, sulle note di "Ghost Divion", al pubblico si presenta una vera e propria trincea proveniente dalla Prima guerra mondiale, con tanto di esplosioni, seppur decisamente meno terrificanti di quelle dell'epoca. I Sabaton si presentano così, con il loro solito spirito battagliero e la loro voglia di fuoco e fiamme, questa volta con un pubblico decisamente scatenato e palesemente accorso a Zurigo solamente per loro.
La scenografia, fra carri armati e immagini di guerra, è ricca e senza dubbio spettacolare. I musicisti sono in piena forma per questa prima tappa del nuovo tour europeo e si divertono col pubblico presente, che apprezza visibilmente i pezzi del nuovo album. "Great War" viene ad esempio cantata a squarcia gola dai presenti, seguita dalla spettacolare "The Attack of the Dead Men" - con tanto di Joakim Brodén munito di maschera antigas - e da "Seven Pillars of Wisdom". Un inizio basato su materiale recente, che dimostra la fiducia che la band ripone nel proprio lavoro.
Joakim si dimostra il solito simpaticone e chiacchiera amabilmente col pubblico, che dal canto suo lo invita continuamente a bere boccali di birra belli colmi, come ormai tradizione. Il cantante, che sfodera una prestazione solida e grintosa, si mostra visibilmente commosso per il numeroso pubblico presente e ricorda il primo spettacolo del gruppo in Svizzera, davanti a soli 90 spettatori.
Dopo altri pezzi spettacolari dell'ultimo album, come "The Red Baron" e "82nd All The Way", gli Apocalyptica tornano sul palco per accompagnare i loro amici di lunga data. In questa veste il gruppo finnico fa un figurone e valorizza sia le composizioni dei Sabaton che la sua stessa proposta. Immancabile ovviamente "Angels Calling", ma vengono eseguiti numerosi altri pezzi, fra i quali "Field of Verdun" e "Carolus Rex".
Oltre alla recente "Bismarck", il finale è affidato ai grandi classici "Primo Victoria", "Swedish Pagans" e "To Hell and Back", che in un ambiente di festa generale mettono fine ad un concerto infuocato ed intenso, che ha messo perfettamente in evidenza lo stato di grazia di un gruppo nel pieno della sua forma.
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