Passa ai contenuti principali

Battle Beast - No More Hollywood Endings


In che direzione vanno i nostri amici Battle Beast? Il gruppo è ormai stabile dopo la pesante perdita di Anton Kabanen, che ha fondato i suoi Beast in Black, ma bisogna capire se sia riuscito a mantenere alto il livello delle proprie composizioni. 

Il sound sul quale si orientano i ragazzi di Helsinki non si discosta poi moltissimo dal passato, ma prende lentamente una nuova forma, che abbraccia ancora più le sonorità pop anni '80, ovviamente sempre mischiata con un'attitudine Metal, anche se forse un po' meno battagliera e in qualche modo più... rassicurante. 

Questo porta a qualche passo falso piuttosto clamoroso, in cui i brani diventano una specie di operazione nostalgia per le canzoni commerciali del passato. Se vogliamo citare un esempio su tutti, possiamo parlare di "Endless Summer", davvero agghiacciante e non degna di un gruppo Metal. 

Detto questo, l'album - intitolato "No More Hollywood Endings" - risulta in realtà piuttosto positivo. Se infatti il suono è spesso fin troppo delicato, ci pensa Noora Louhimo dietro al microfono a tirare fuori lo spirito battagliero che si addice al nome del gruppo. Da vera vichinga si lancia in parti graffianti alternate ad altre più evocative, facendo venire la pelle d'oca in più occasioni. 

Si vanno così a creare brani più che validi, come l'opener "Unbroken", la stessa title-track o "The Hero". Non mancano nemmeno momenti più profondi e commoventi, come nel caso di "I Wish", e per fortuna la band si ricorda ancora delle sue origini Power Metal, come nel caso della diretta e roboante "The Golden Horde", che potrebbe essere stata presa direttamente da un disco dei Sabaton

Insomma, l'album è probabilmente un po' troppo delicato e vicino alle sonorità pop, ma allo stesso tempo il gusto per la melodia certo non manca e la voce di Noora compensa in gran parte l'assenza di grinta della parte musicale. Il risultato finale è un album certo non perfetto, ma senza dubbio piacevole. 

VOTO: 7/10 



Commenti

Post popolari in questo blog

Iron Maiden @ Hallenstadion Zurigo, 22.06.2013

Gli anni passano, ma per milioni di persone in tutto il mondo un concerto degli Iron Maiden rimane qualcosa di imperdibile. Non fa eccezione la Svizzera, che anche questa volta riserva un Hallenstadion "sold out" per la Vergine di ferro. Per quel che ci riguarda, siamo costretti ad assitere allo show da una posizione piuttosto defilata; riusciranno i nostri eroi a coinvolgerci nonostante la situazione non ottimale? Voodoo Six A causa di un traffico infernale sulla strada per Zurigo, condito da un numero incredibile di lavori in corso portati avanti simultaneamente, ci perdiamo l'esibizione dei londinesi Voodoo Six. Niente gruppo di spalla quindi, si passa direttamente a Bruce e compagni! Iron Maiden L'Hallenstadion è gremito in ogni ordine di posti e la tensione aumenta nell'attesa della leggendaria band inglese. Come sempre in questi casi, il pubblico è estremamente eterogeneo, con giovani al primo concerto e attempati rocker ad animare l'arena. Tutti s

Phil Campbell and the Bastard Sons - We’re the Bastards

I Bastard Sons mi sono simpatici. Sarà perché sono gli eredi legittimi e diretti dei Motörhead, e quindi del Rock'n'Roll, sarà perché sono la famiglia allargata del leggendario Phil Campbell, o semplicemente perché hanno dei buffi faccioni da gallesi. Fatto sta che già dell'album d'esordio avevo parlato piuttosto bene proprio su queste pagine.  Il secondo album però, anche quando si ha un capitano di lungo corso come l'esperto chitarrista, è sempre delicato, un rischio dopo gli esordi che tendono ad essere fondamentalmente adrenalinici per ogni gruppo con un minimo di capacità. Ebbene, sono felice di dire che questo delicato passaggio è stato superato brillantemente. Anzi, dirò di più: se nel primo lavoro si poteva pensare a un semplice prolungamento dei Motörhead senza la semi-divinità Lemmy, ora - passo dopo passo - si cominciano a vedere quelle che sono le caratteristiche peculiari della band.  Le prime note vanno sul sicuro, con la title-track "We're th

Trick or Treat - The Legend Of The XII Saints

Come avrete notato, in questo strano periodo caratterizzato dal coronavirus, anche il blog si è preso una piccola pausa, visto pure un mondo discografico decisamente rallentato a causa della situazione. Per riprendere un po' l'attività, ho deciso di commentare un album uscito un paio di mesi fa e che trovo particolarmente meritevole: "The Legend Of The XII Saints" degli italiani Trick or Treat.  Diciamolo subito: un lavoro del genere non può che risultare esaltante. Era infatti sogno di qualunque metallaro della mia generazione ascoltare un disco Metal ispirato dall'epica saga dei Cavalieri dello Zodiaco, una storia che ha accompagnato la nostra infanzia (e non solo) facendoci sognare di battaglie e scontri fantastici. Se tutto questo, poi, è anche suonato molto bene e con una produzione iper professionale, non possiamo che essere doppiamente felici!  Sono ormai lontanissimi i tempi in cui il gruppo modenese era una semplice cover band degli Helloween, la loro