I Blind Guardian sono dei veri animali da palco. I loro concerti tendono a rimanere impressi a lungo nelle menti dei fans, in particolare perché si crea un ambiente magico, dove tutti vengono rapiti dalle ambientazioni fantasy del gruppo e cantano all'unisono le canzoni, quasi come fossero una persona sola.
I bardi hanno quindi deciso finalmente di registrare un nuovo album dal vivo - intitolato "Live Beyond the Spheres" - dopo quello risalente all'ormai lontano 2003, e lo hanno fatto durante il tour di supporto a "Beyond the Red Mirror" (per la recensione dell'epico concerto di Düsseldorf, cliccate qui).
I Guardian, per loro stesse dichiarazioni rilasciate su numerosi media specializzati, hanno cercato di ricreare il più possibile l'aria che si respira durante i concerti. Per farlo, al posto di registrare una sola data, hanno deciso di selezionare - con un lavoro per loro anche lungo a noioso - le migliori esibizioni di ogni singolo brano suonato in giro per l'Europa. In particolare, si è cercato di catturare i momenti con il maggiore coinvolgimento del pubblico, per aumentare l'impatto emotivo.
Pur volendo risultare epici come sempre, hanno anche deciso di non superare le 3 ore di musica, per dare comunque l'impressione di ascoltare la presa di uno show e non una semplice compilation.
Il risultato di tutto questo lavoro mastodontico è però riuscito solo parzialmente.
Pur essendo tutto eseguito bene, anche se i suoni sono calibrati nel modo giusto e pur essendo il pubblico effettivamente quasi protagonista quanto la band, non si riesce a raggiungere per niente quella magia che respira dal vivo.
La scaletta è invece completa è ce n'è per tutti i gusti: si va dalla nuova "The Ninth Wave", a "Nightfall" e "Lord Of The Ring", da "Imaginations from the Other Side" a "The Last Candle", fino ad arrivare alle immancabili "The Bard's Song" e "Mirror Mirror". Tutto, come già detto, è suonato molto bene e soprattutto la voce di Hansi è a dir poco brillante.
Altro punto di interesse è sicuramente il ri-arrangiamento dei brani. Le complesse orchestrazione del gruppo tedesco non possono infatti essere completamente riprodotte dal vivo, e la band è quindi obbligata a trovare soluzioni alternative, che spesso riescono addirittura a dare più pepe ai brani.
In conclusione, siamo di fronte ad un buon album dal vivo, realizzato in modo estremamente professionale, ma non a un capolavoro imperdibile.
VOTO: 6,5/10
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