I Sabaton sono una delle realtà più entusiasmanti del Metal europeo. Lo confermano gli album, con sempre nuovi brani degni di nota, e lo sottolineano ancora di più le esibizioni dal vivo, con roboanti performance in giro per il mondo.
Il nuovo "The Last Stand" - ottavo album in studio - conferma la regola e ci consegna un lavoro fresco e tutto da gustare. Le caratteristiche sono costanti: pezzi epici, battaglieri ed entusiasmanti con tematiche legate alla guerra. Anche se i temi non cambiano mai, la band svedesere riesce a rendere i suoi lavori sempre interessanti e - nonostante la drammaticità di alcuni eventi narrati - divertenti da ascoltare e mai banali.
Questa volta gli scandinavi si soffermano sulle battaglie più epiche in assoluto, ovvero quelle in cui pochi uomini hanno affrontato eserciti interi. Non a caso il disco parte con "Sparta", che racconta forse la storia più famosa di tutte, che ha ispirato anche il film "300": un manipolo di spartani affronta l'enorme armata persiana. La canzone è imponente, con cadenzate urla di guerra che si muovono sopra il caratteristico suono di tastiere.
Si cambia poi totalmente scenario e periodo storico, con l'esercito serbo impegnato nella disperata difesa di Belgrado durante la prima guerra mondiale. I ritmi si fanno più veloci ed in questo caso è proprio la tastiera a rendere particolarmente appassionante il pezzo, con la potente voce di Joakim Brodén a fare il resto. Si passa poi a tonalità per certi versi più leggere, anche se tipicamente Power Metal e molto coinvolgenti, con un'introduzione di cornamuse che ci proietta in Scozia, pochi anni dopo la morte di William Wallace.
Come avrete fose già intuito, il disco è un continuo cambio di ambientazioni e atmosfere. Oltre a questo, i pezzi sono corti (quasi tutti meno di 4 minuti) e il ritmo è quindi molto alto, rendendo praticamente impossibile il sopraggiungere della noia. Tra l'altro, le composizioni risultano fresche e spumeggianti, sono semplici ma belle, fatto tipico di una band all'apice della creatività.
I passaggi a vuoto sono davvero pochi, ma in compenso ci sono diversi punti decisamente alti. Devo ammettere che ho provato un po' di orgolgio nazionale (e il coinvolgimento emotivo è sicuramente un altro dei loro trucchi) sentendo che uno dei pezzi più riusciti è dedicato alle Guardie svizzere del Papa. "The Last Stand", che dà anche il nome al disco, propone melodie imponenti, che non vi potranno lasciare indifferenti. Il tutto, unito al testo che racconta di 189 soldati che sacrificarono la vita per difendere Papa Clemente VI, è da pelle d'oca.
Altro punto altissimo è "Shiroyama", la storia della drammatica resistenza degli ultimi 500 samurai, che propone un agile ritornello che in pochi secondi vi si imprimerà nel cervello senza più uscirne. "Winged Hussars" poi non è da meno, e in questo caso saranno di nuovo le tastiere a impedirvi di dimenticare il pezzo, sognando le imprese degli ussarti alati, accorsi in extremis per salvare Vienna dall'assalto dell'esercito ottomano.
I brani bonus "Camouflage" e "All Guns Blazing" (cover dei Judas Priest) non aggiungono niente al valore dell'album, ma non rovinano nemmeno la valutazione. I Sabaton sono insomma dannatamente in forma e pronti a scatenarsi in un nuovo tour.
VOTO: 8,5/10
Il nuovo "The Last Stand" - ottavo album in studio - conferma la regola e ci consegna un lavoro fresco e tutto da gustare. Le caratteristiche sono costanti: pezzi epici, battaglieri ed entusiasmanti con tematiche legate alla guerra. Anche se i temi non cambiano mai, la band svedesere riesce a rendere i suoi lavori sempre interessanti e - nonostante la drammaticità di alcuni eventi narrati - divertenti da ascoltare e mai banali.
Questa volta gli scandinavi si soffermano sulle battaglie più epiche in assoluto, ovvero quelle in cui pochi uomini hanno affrontato eserciti interi. Non a caso il disco parte con "Sparta", che racconta forse la storia più famosa di tutte, che ha ispirato anche il film "300": un manipolo di spartani affronta l'enorme armata persiana. La canzone è imponente, con cadenzate urla di guerra che si muovono sopra il caratteristico suono di tastiere.
Si cambia poi totalmente scenario e periodo storico, con l'esercito serbo impegnato nella disperata difesa di Belgrado durante la prima guerra mondiale. I ritmi si fanno più veloci ed in questo caso è proprio la tastiera a rendere particolarmente appassionante il pezzo, con la potente voce di Joakim Brodén a fare il resto. Si passa poi a tonalità per certi versi più leggere, anche se tipicamente Power Metal e molto coinvolgenti, con un'introduzione di cornamuse che ci proietta in Scozia, pochi anni dopo la morte di William Wallace.
Come avrete fose già intuito, il disco è un continuo cambio di ambientazioni e atmosfere. Oltre a questo, i pezzi sono corti (quasi tutti meno di 4 minuti) e il ritmo è quindi molto alto, rendendo praticamente impossibile il sopraggiungere della noia. Tra l'altro, le composizioni risultano fresche e spumeggianti, sono semplici ma belle, fatto tipico di una band all'apice della creatività.
I passaggi a vuoto sono davvero pochi, ma in compenso ci sono diversi punti decisamente alti. Devo ammettere che ho provato un po' di orgolgio nazionale (e il coinvolgimento emotivo è sicuramente un altro dei loro trucchi) sentendo che uno dei pezzi più riusciti è dedicato alle Guardie svizzere del Papa. "The Last Stand", che dà anche il nome al disco, propone melodie imponenti, che non vi potranno lasciare indifferenti. Il tutto, unito al testo che racconta di 189 soldati che sacrificarono la vita per difendere Papa Clemente VI, è da pelle d'oca.
Altro punto altissimo è "Shiroyama", la storia della drammatica resistenza degli ultimi 500 samurai, che propone un agile ritornello che in pochi secondi vi si imprimerà nel cervello senza più uscirne. "Winged Hussars" poi non è da meno, e in questo caso saranno di nuovo le tastiere a impedirvi di dimenticare il pezzo, sognando le imprese degli ussarti alati, accorsi in extremis per salvare Vienna dall'assalto dell'esercito ottomano.
I brani bonus "Camouflage" e "All Guns Blazing" (cover dei Judas Priest) non aggiungono niente al valore dell'album, ma non rovinano nemmeno la valutazione. I Sabaton sono insomma dannatamente in forma e pronti a scatenarsi in un nuovo tour.
VOTO: 8,5/10
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