Passa ai contenuti principali

Symphony X - Underworld

I Symphony X negli ultimi anni si sono sempre più affermati come una certezza assoluta del panorama Metal internazionale. Con i due album “Paradise Lost” e “Iconoclast” non hanno davvero sbagliato un colpo, proponendo il loro progressive sì tecnico, ma allo stesso potente e viscerale. 
Nel 2015 è tempo quindi di un’ardua sfida, confermarsi sugli incredibili livelli raggiunti, e il nuovo “Underworld” riesce perfettamente in questa missione. 
Si comincia con un’introduzione strumentale maestosa, quasi inquietante, e si passa poi alla prima vera canzone, intitolata “Nevermore”. Nonostante un serratissimo riff, subito si nota che il suono risulta più freddo rispetto al recente passato, ma mai distaccato, mentre il ritornello suona molto melodico e pulito, facendo da contraltare alle parti strumentali più aggressive. 
Con la title-track “Underworld” gli americani diventano più minacciosi, e ancora una volta la voce di Russell Allen si dimostra incredibilmente versatile, con parti urlate alternate senza difficoltà a passaggi più “soft”.
Dal punto di vista strumentale non è nemmeno necessario fare commenti. I Symphony X sono semplicemente dei mostri di tecnica, ed in particolare il chitarrista Michael Romeo e il batterista Jason Rullo sono in grande spolvero, e creano veri e propri vortici musicali da far perdere la testa. 
Continuando nel viaggio in questo disco, la pregevole ballata “Without You” lascia spazio alla violenta e furiosa “Kiss Of Fire”, che con cori e inserti operistici ci porta dritti nelle fiamme dell’inferno. Ma continuiamo ancora, e facciamoci trasportare addirittura da Caronte (“Charon”), che ci traghetta attraverso un fiume di suoni magici e mediorientali. L’album prosegue sempre sugli stessi livelli, con grandissimi pezzi come “To Hell And Back” o “In My Darkest Hour”, fino ad arrivare alla conclusiva “Legend”, una delle più belle di tutto il lavoro.
Insomma, ancora una volta il quintetto si è superato, raggiungendo vette ancora più alte. È bello vedere un gruppo di qualità che sembra non sbagliare un colpo.


VOTO: 8/10



Commenti

Post popolari in questo blog

Iron Maiden @ Hallenstadion Zurigo, 22.06.2013

Gli anni passano, ma per milioni di persone in tutto il mondo un concerto degli Iron Maiden rimane qualcosa di imperdibile. Non fa eccezione la Svizzera, che anche questa volta riserva un Hallenstadion "sold out" per la Vergine di ferro. Per quel che ci riguarda, siamo costretti ad assitere allo show da una posizione piuttosto defilata; riusciranno i nostri eroi a coinvolgerci nonostante la situazione non ottimale? Voodoo Six A causa di un traffico infernale sulla strada per Zurigo, condito da un numero incredibile di lavori in corso portati avanti simultaneamente, ci perdiamo l'esibizione dei londinesi Voodoo Six. Niente gruppo di spalla quindi, si passa direttamente a Bruce e compagni! Iron Maiden L'Hallenstadion è gremito in ogni ordine di posti e la tensione aumenta nell'attesa della leggendaria band inglese. Come sempre in questi casi, il pubblico è estremamente eterogeneo, con giovani al primo concerto e attempati rocker ad animare l'arena. Tutti s

Phil Campbell and the Bastard Sons - We’re the Bastards

I Bastard Sons mi sono simpatici. Sarà perché sono gli eredi legittimi e diretti dei Motörhead, e quindi del Rock'n'Roll, sarà perché sono la famiglia allargata del leggendario Phil Campbell, o semplicemente perché hanno dei buffi faccioni da gallesi. Fatto sta che già dell'album d'esordio avevo parlato piuttosto bene proprio su queste pagine.  Il secondo album però, anche quando si ha un capitano di lungo corso come l'esperto chitarrista, è sempre delicato, un rischio dopo gli esordi che tendono ad essere fondamentalmente adrenalinici per ogni gruppo con un minimo di capacità. Ebbene, sono felice di dire che questo delicato passaggio è stato superato brillantemente. Anzi, dirò di più: se nel primo lavoro si poteva pensare a un semplice prolungamento dei Motörhead senza la semi-divinità Lemmy, ora - passo dopo passo - si cominciano a vedere quelle che sono le caratteristiche peculiari della band.  Le prime note vanno sul sicuro, con la title-track "We're th

Trick or Treat - The Legend Of The XII Saints

Come avrete notato, in questo strano periodo caratterizzato dal coronavirus, anche il blog si è preso una piccola pausa, visto pure un mondo discografico decisamente rallentato a causa della situazione. Per riprendere un po' l'attività, ho deciso di commentare un album uscito un paio di mesi fa e che trovo particolarmente meritevole: "The Legend Of The XII Saints" degli italiani Trick or Treat.  Diciamolo subito: un lavoro del genere non può che risultare esaltante. Era infatti sogno di qualunque metallaro della mia generazione ascoltare un disco Metal ispirato dall'epica saga dei Cavalieri dello Zodiaco, una storia che ha accompagnato la nostra infanzia (e non solo) facendoci sognare di battaglie e scontri fantastici. Se tutto questo, poi, è anche suonato molto bene e con una produzione iper professionale, non possiamo che essere doppiamente felici!  Sono ormai lontanissimi i tempi in cui il gruppo modenese era una semplice cover band degli Helloween, la loro