Chi mi conosce sa perfettamente che sono un grande fan degli Helloween e che, a differenza di tanti, adoro l'era Andi Deris quasi più che i magnifici albori che hanno contraddistinto la band.
Negli ultimi anni la mia passione non ha fatto che aumentare, così come è cresciuta la vena artistica del gruppo, arrivando fino all'album "7 Sinners" - il predecessore di questo "Straight out of Hell"- che veniva esaltato proprio su queste pagine dal sottoscritto con frasi come "autentica esplosione creativa".
Ebbene, mai mi sarei aspettato che in così breve tempo le germaniche zucche tornassero alla carica riuscendo ancora una volta a superarsi. Non solo l'album si piazza fra i migliori mai scritti nella già citata "era Deris", ma alcuni brani raggiungono addirittura il livello dei magici inizi di carriera, tanto rimpianti da qualcuno.
Il brando introduttivo - utilizzato anche come singolo - è proabilmente il più valido in assoluto. Con il mistico titolo "Nabataea" il pezzo si sviluppa con un riff di chitarra oserei dire "esotico", senza tralasciare una soddisfacente dose di potenza. Il buon Andi sembra letteralmente volare sulle note mentre ci parla di una civiltà migliore, con conseguente e inevitabile effetto pelle d'oca. Più prosegue, e più la canzone si fa interessante, complessa ma allo stesso tempo di facile assimilazione, risultato che solo grandi gruppi possono ottenere.
Cominciare con un brano così è senza dubbio rischioso, come risulteranno poi gli altri? Per fortuna molto buoni! Pur tornando su strutture più classiche l'album prosegue su livelli eccellenti, con "World of War" o "Far From the Stars", fino ad arrivare al prossimo capolavoro, intitolato "Burning Sun". Un pezzo tirato ed elegantissimo allo stesso tempo, che comincia con un cantato un po' Halfordiano, per poi passare a linee più fluide che - quasi come quando le aquile volavano libere - ancora una volta ci fanno decollare verso questo sole che brucia.
Quello che colpisce più di tutto è l'incredibile freschezza compositiva, impressionante per una band che gira il mondo dagli anni '80. L'impressione è che il gruppo abbia trovato nuova linfa e serenità, e una grande nota di merito nell'andamento mai banale dei pezzi va dato al grande lavoro alla batteria dell'elvetico Danie Löble, in grado di picchiare e andare velocissimo, sì, ma anche di rallentare ed evidenziare le parti più melodiche nel modo giusto quando serve.
Fra le canzoni più riuscite vanno sciuramente citate anche il mid tempo "Waiting for the thunder", la title-track "Straight out of Hell" e la particolare "Asshole", brano dal testo stranamente volgare considerando gli standard dei nostri amici germanici.
Gli Helloween sono tornati in grande stile, e non rimane che goderseli al 100%. Prossima tappa: il loro concerto in quel di Bologna!
Voto: 9/10
Negli ultimi anni la mia passione non ha fatto che aumentare, così come è cresciuta la vena artistica del gruppo, arrivando fino all'album "7 Sinners" - il predecessore di questo "Straight out of Hell"- che veniva esaltato proprio su queste pagine dal sottoscritto con frasi come "autentica esplosione creativa".
Ebbene, mai mi sarei aspettato che in così breve tempo le germaniche zucche tornassero alla carica riuscendo ancora una volta a superarsi. Non solo l'album si piazza fra i migliori mai scritti nella già citata "era Deris", ma alcuni brani raggiungono addirittura il livello dei magici inizi di carriera, tanto rimpianti da qualcuno.
Il brando introduttivo - utilizzato anche come singolo - è proabilmente il più valido in assoluto. Con il mistico titolo "Nabataea" il pezzo si sviluppa con un riff di chitarra oserei dire "esotico", senza tralasciare una soddisfacente dose di potenza. Il buon Andi sembra letteralmente volare sulle note mentre ci parla di una civiltà migliore, con conseguente e inevitabile effetto pelle d'oca. Più prosegue, e più la canzone si fa interessante, complessa ma allo stesso tempo di facile assimilazione, risultato che solo grandi gruppi possono ottenere.
Cominciare con un brano così è senza dubbio rischioso, come risulteranno poi gli altri? Per fortuna molto buoni! Pur tornando su strutture più classiche l'album prosegue su livelli eccellenti, con "World of War" o "Far From the Stars", fino ad arrivare al prossimo capolavoro, intitolato "Burning Sun". Un pezzo tirato ed elegantissimo allo stesso tempo, che comincia con un cantato un po' Halfordiano, per poi passare a linee più fluide che - quasi come quando le aquile volavano libere - ancora una volta ci fanno decollare verso questo sole che brucia.
Quello che colpisce più di tutto è l'incredibile freschezza compositiva, impressionante per una band che gira il mondo dagli anni '80. L'impressione è che il gruppo abbia trovato nuova linfa e serenità, e una grande nota di merito nell'andamento mai banale dei pezzi va dato al grande lavoro alla batteria dell'elvetico Danie Löble, in grado di picchiare e andare velocissimo, sì, ma anche di rallentare ed evidenziare le parti più melodiche nel modo giusto quando serve.
Fra le canzoni più riuscite vanno sciuramente citate anche il mid tempo "Waiting for the thunder", la title-track "Straight out of Hell" e la particolare "Asshole", brano dal testo stranamente volgare considerando gli standard dei nostri amici germanici.
Gli Helloween sono tornati in grande stile, e non rimane che goderseli al 100%. Prossima tappa: il loro concerto in quel di Bologna!
Voto: 9/10
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