Ogni tanto le rock star decidono di concedersi al pubblico in luoghi diversi dai soliti palazzetti o stadi. È proprio il caso del concerto di Roger Daltrey, leggendaria voce degli Who, che si è esibito nell'elegante salotto conosciuto con il nome di Teatro Comunale, in quel di Firenze. Per l'occasione, il buon Roger ripropone i brani della Rock opera Tommy - che per chi non lo sapesse narra di un ragazzo sordo, cieco e muto che diventa un campione di flipper, per poi giungere alla gaurigione - con l'ovvia aggiunta di qualche chicca nel finale.
Devo ammettere che conoscevo poco quest'opera prima di entrare nel teatro, ma da subito l'atmosfera si è fatta magica e lo stile chitarristico degli Who è nettamente emerso. Proprio quando lo show stava ormai entrando nel vivo, ecco però l'imprevisto: salta la corrente. Il teatro rimane quasi completamente al buio e lo spettacolo si interrompe per più di mezz'ora. Per fortuna del vocalist, il pubblico è tutto dalla sua e riesce ad ingannare l'attesa con il classico humor toscano, invitando ad esempio il sindaco della città a pagare la bolletta.
Il concerto riprende da dove aveva lasciato, e bisogna dire che la scelta della location si è rivelata senza dubbio azzeccata: i posti numerati e la pendenza della platea permettono a tutti di vedere il palco e, come se non bastasse, l'acustica è praticamente perfetta, anche perché la struttura non obbliga ad alzare i volumi in modo forzato. I musicisti sono davvero notevoli, in particolare il batterista, Scott Deavours, che non sembra sbagliare un colpo e suona in modo speccacolare. Alla chitarra e seconda voce troviamo Simon Townshend, fratello minore del chitarrista degli Who Pete e all'altra chitarra il talentuoso Frank Simes.
Per quanto siano bravi i musicisti, il protagonista è lui, Roger, con la sua voce sempre splendente, anche se ormai l'età si fa sentire. Nei momenti più intensi, e sono molti, trasuda carisma e rotea selvaggamente il microfono, dimostrando una grinta da ragazzino. Non male per un giovanotto nato nel '44!
L'impianto luci è invidiabile e rende l'atmosfera vagamente sognante, con una schermo sullo sfondo che proietta immagini più o meno psichedeliche.
La prima parte dello show termina con "We're not gonna take it", fra il tripudio generale del pubblico che corre in massa sotto il palco, mettendo in crisi gli inservienti del nobile teatro.
Nella seconda parte è poi ora dei grandi classici: risuonano così le note di "Behind Blue Eyes", "My Generation" e l'immancabile "Who are you?" - nota ai più giovani come "la sigla di CSI", a dimostrare l'immortalità e la dinamicità di certi pezzi -. La folla ormai non si trattiene più ed è tutta in piedi per applaudire ed omaggiare con bandiere britanniche l'eroe della serata, che con umiltà si scusa più volte per il black-out, sicuramente non di sua responsabilità. Insomma, nonostante piccoli problemi tecnici, un successone, e non poteva essere altrimenti con una leggenda del rock presente.
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