Il leader degli Edguy Tobias Sammet è davvero un personaggio interessante. Quello che tocca, semplicemente diventa oro. Non contento di questo, non si limita a qualche apparizione sporadica per aumentare le attese, ma sforna un lavoro dietro l'altro senza mai fermarsi.
Quando infatti non compone per la propria band principale, lo fa per il faraonico progetto Avantasia, che vede ogni volta ospiti di grandissimo prestigio nel panorama Metal, e raccoglie consensi da ogni angolo del mondo.
Ora è però il momento di tornare agli Edguy, e a mio avviso si tratta di un momento piuttosto delicato per il gruppo: dopo il mezzo passo falso (a mio avviso) intitolato "Tinnitus Sanctus" - che strizzava l'occhio in maniera decisamente eccessiva al rock melodico - si trattava infatti di capire se si avesse ancora a che fare con una band Metal o con un semplice fenomeno commerciale.
Per la gioia di tutti i Metallonzi del globo, il nuovo "Age of the Joker" torna a sonorità più consone alle nostre orecchie. Il lavoro parte con "Robin Hood" - singolo per cui è stato creato anche un divertente video -, brano che mette subito in primo piano lo spirito melodico e giocherellone tipico del quintetto tedesco. La canzone, nonostante gli otto minuti di lunghezza, scorre leggera e propone un ritornello molto accativante.
La opener è poi seguita da "Nobody's Hero", pezzo nettamente più aggressivo e con un riff di chitarra molto tagliente. Il modo migliore per spazzare via i dubbi di qualsiasi ascoltatore.
L'album si dimostra estremamente vario, e passa dal classico Metal melodico ad alcuni passaggi più Hard Rock, probabilmente anche per non discostarsi troppo brutalmente dall'album precedente. Ma ciò che conta è che la qualità è incredibilmente alta. Che si parli delle spiazzanti chitarre country di "Pandora's Box", delle trascinanti tastiere di "Two out of Seven" e "Breathe" o dell'intricata "Rock of Cashel", quel che è certo è che nessuna di queste canzoni perde un colpo o propone una melodia brutta o fuori luogo.
A tutto questo aggiungiamoci anche la voce del buon Tobias, che forse non avrà le doti dei vari Dickinson o Halford, ma che canta con tanta passione e con un timbro riconoscibile a chilometri di distanza. Il risutato è assolutamente fenomenale.
Quello che Sammet tocca diventa oro, e questo album è l'ennesima prova.
Voto: 8/10
Quando infatti non compone per la propria band principale, lo fa per il faraonico progetto Avantasia, che vede ogni volta ospiti di grandissimo prestigio nel panorama Metal, e raccoglie consensi da ogni angolo del mondo.
Ora è però il momento di tornare agli Edguy, e a mio avviso si tratta di un momento piuttosto delicato per il gruppo: dopo il mezzo passo falso (a mio avviso) intitolato "Tinnitus Sanctus" - che strizzava l'occhio in maniera decisamente eccessiva al rock melodico - si trattava infatti di capire se si avesse ancora a che fare con una band Metal o con un semplice fenomeno commerciale.
Per la gioia di tutti i Metallonzi del globo, il nuovo "Age of the Joker" torna a sonorità più consone alle nostre orecchie. Il lavoro parte con "Robin Hood" - singolo per cui è stato creato anche un divertente video -, brano che mette subito in primo piano lo spirito melodico e giocherellone tipico del quintetto tedesco. La canzone, nonostante gli otto minuti di lunghezza, scorre leggera e propone un ritornello molto accativante.
La opener è poi seguita da "Nobody's Hero", pezzo nettamente più aggressivo e con un riff di chitarra molto tagliente. Il modo migliore per spazzare via i dubbi di qualsiasi ascoltatore.
L'album si dimostra estremamente vario, e passa dal classico Metal melodico ad alcuni passaggi più Hard Rock, probabilmente anche per non discostarsi troppo brutalmente dall'album precedente. Ma ciò che conta è che la qualità è incredibilmente alta. Che si parli delle spiazzanti chitarre country di "Pandora's Box", delle trascinanti tastiere di "Two out of Seven" e "Breathe" o dell'intricata "Rock of Cashel", quel che è certo è che nessuna di queste canzoni perde un colpo o propone una melodia brutta o fuori luogo.
A tutto questo aggiungiamoci anche la voce del buon Tobias, che forse non avrà le doti dei vari Dickinson o Halford, ma che canta con tanta passione e con un timbro riconoscibile a chilometri di distanza. Il risutato è assolutamente fenomenale.
Quello che Sammet tocca diventa oro, e questo album è l'ennesima prova.
Voto: 8/10
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