Gli Stratovarius sono tornati, ed in questo caso non si tratta di un frase fatta per introdurre il nuovo album: gli Stratovarius sono tornati veramente, con la loro musica melodica, a tratti allegra e ritmata, altre volte più lenta e velata da uno strato di malinconia, con i passaggi barocchi della loro tastiera e gli acuti cristallini del loro cantante. Questo dopo scioglimenti, litigi, accuse e altri eventi che hanno fatto impallidire anche gli sceneggiatori di Beautiful, fino all'inevitabile epilogo: l'allontanamento del leader della band, Timo Tolkki, personaggio tutto genio, follia e sregolatezza.
Questo è in realtà il secondo album sfornato senza il corpulento chitarrista, ma il primo lavoro - Polaris - sapeva di sperimentazione, di test, come se gli ingredienti ci fossero ma in qualche modo non si mischiassero (ancora) fra loro. Ora questi ingredienti, compreso il nuovo arrivato Matias Kupiainen, su cui grava il compito di non far rimpiangere il buon Timo, si sono finalmente mescolati, e il risultato del nuovo impasto è decisamente avvincente: le note escono dallo stereo con una grazia e una brillantezza che non si sentivano dai fasti di "Infinite", e sembrano poter riportare il gruppo Finlandese nell'olimpo da cui erano caduti.
Il disco "Elysium" si presenta con "Darkest Hours", un brano non velocissimo ma coinvolgente, con un ritornello che subito diventa un tormentone in testa. L'opener lascia subito spazio a "Under Flaming Skies", pezzo che mette in risalto alcuni frangenti più progressive, compresa una potente intro arabeggiante che ricorda i Symphony X. Ovviamente il tratto caratteristico rimane l'inconfondibile voce del secondo storico Timo del quintetto, ovvero il cantante Kotipelto, con la sua voce limpida e precisa, sempre a cercare le note più alte.
Fra i brani più riusciti mi permetto di citare "Infernal Maze", con un inizio di solo cantato che le tastiere trasformano in un brano rapido, con tanto di passaggi un po' barocchi e un ritornello alla "Kiss Of Judas"; poi c'è "Event Horizon", probabilmente la canzone più veloce del lotto, con l'ennesimo ritornello riuscitissimo; ed infine troviamo "Elysium", un mastodontico pezzo di oltre 18 minuti che racchiude praticamente tutte le caratteristiche degli Stratovarius, dall'introspezione alla speranza, dalla felicità alla tristezza, in un tripudio di melodie.
Non mancano nemmeno un paio di passi falsi, come "Fairness Justified" e "Lifetime in a Moment", composizioni tendenzialmente noiose e in qualche modo già sentite, ma nel complesso siamo di fronte ad un album valido che, come già detto, celebra il ritorno di una delle band più influenti del Metal melodico mondiale.
VOTO: 7,5/10
Questo è in realtà il secondo album sfornato senza il corpulento chitarrista, ma il primo lavoro - Polaris - sapeva di sperimentazione, di test, come se gli ingredienti ci fossero ma in qualche modo non si mischiassero (ancora) fra loro. Ora questi ingredienti, compreso il nuovo arrivato Matias Kupiainen, su cui grava il compito di non far rimpiangere il buon Timo, si sono finalmente mescolati, e il risultato del nuovo impasto è decisamente avvincente: le note escono dallo stereo con una grazia e una brillantezza che non si sentivano dai fasti di "Infinite", e sembrano poter riportare il gruppo Finlandese nell'olimpo da cui erano caduti.
Il disco "Elysium" si presenta con "Darkest Hours", un brano non velocissimo ma coinvolgente, con un ritornello che subito diventa un tormentone in testa. L'opener lascia subito spazio a "Under Flaming Skies", pezzo che mette in risalto alcuni frangenti più progressive, compresa una potente intro arabeggiante che ricorda i Symphony X. Ovviamente il tratto caratteristico rimane l'inconfondibile voce del secondo storico Timo del quintetto, ovvero il cantante Kotipelto, con la sua voce limpida e precisa, sempre a cercare le note più alte.
Fra i brani più riusciti mi permetto di citare "Infernal Maze", con un inizio di solo cantato che le tastiere trasformano in un brano rapido, con tanto di passaggi un po' barocchi e un ritornello alla "Kiss Of Judas"; poi c'è "Event Horizon", probabilmente la canzone più veloce del lotto, con l'ennesimo ritornello riuscitissimo; ed infine troviamo "Elysium", un mastodontico pezzo di oltre 18 minuti che racchiude praticamente tutte le caratteristiche degli Stratovarius, dall'introspezione alla speranza, dalla felicità alla tristezza, in un tripudio di melodie.
Non mancano nemmeno un paio di passi falsi, come "Fairness Justified" e "Lifetime in a Moment", composizioni tendenzialmente noiose e in qualche modo già sentite, ma nel complesso siamo di fronte ad un album valido che, come già detto, celebra il ritorno di una delle band più influenti del Metal melodico mondiale.
VOTO: 7,5/10
Che cosa vuol dire "Metal melodico mondiale"?? potevi anke scrivere "dell'universo" ke tanto lo caghi solo tu hehe!!! no, apppparte complimenti camuffati in insulti, devo dire ke m hai quasi convinto a (comprare) l'album..veramente. Dopo tutti sti elogi mi aspettavo un voto un pô piû alto=) e ne profitto per un saluto bye bye
RispondiEliminaMarc
Hehehe grazie per i complimenti camuffati. Il voto non è alto solo perché ci sono un paio di canzoni inutili... io odio le canzoni inutili hehe.
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