Dopo anni di concerti Rock e Metal si tende a sviluppare una sorta di assuefazione, uno spirito critico che porta a giudicare i dettagli, i difetti e le imperfezioni delle esibizioni, con un conseguente appiattimento delle emozioni provate. Ma la musica è fatta proprio di sentimento, e un appassionato - per quanto navigato - non può che rimanere a bocca aperta quando incontra talento e genio.
I Guns N’ Roses sono una band con un alone mitico, quasi mistico, soprattutto a causa di un personaggio controverso come Axl Rose, talmente chiacchierato per i suoi atteggiamenti da rock star che spesso non gli viene attribuito il merito di essere un cantante dalla classe e dal carisma fuori dal comune.
All’Arena di Ginevra si respira l’aria dell’evento, la sala è talmente piena che alcune persone faticano ad entrare, e vi rinunciano guardando il concerto dal bar dietro alla platea. Non parlerò del gruppo di spalla - i Murderdolls - perché nel contesto risultano semplicemente insignificanti.
Sono circa le 22 quando parte un’inquietante introduzione, presto seguita dal riff iniziale di “Chinese Democracy”, opener dell’ultimo sottovalutato album. È subito trionfo, ma la folla va in delirio totale quando immediatamente dopo le chitarre attaccano con “Welcome to the Jungle”: migliaia di persone saltano e cantano, e non sono pochi ad avere le lacrime agli occhi.
Ma parliamo di lui, l’uomo per cui - diciamolo pure - sono tutti presenti al concerto: Axl Rose. L’idolo della folla sfodera una performance che rasenta la perfezione, con una voce chiara, potente, graffiante. Visto il personaggio non potevano poi mancare una serie di capi d’abbigliamento eccentrici, con tanto di cappelli da cowboy.
Lo show, della durata di circa due ore e mezzo (!!!), alterna brani storici come “You could be Mine”, “November Rain” e “It’s so Easy”, pezzi dell’ultimo lavoro come “Shackler’s Revenge”, “This I Love” e “Better”, e alcune cover come la classica “Knockin’ on Heaven’s Door” di Bob Dylan, un accenno di “Another Brick in the Wall” dei Pink Floyd e la devastante “Whola Lotta Rosie” degli AC/DC, riuscitissima. Visto che anche l’occhio vuole la sua parte, diciamo anche che i giochi pirotecnici sono numerosi e spettacolari, il palco gigantesco con mega schermi di ordinanza e le luci perfette.
Il gran finale è ovviamente affidato alla solita “Paradise City”, con la storica accelerazione in coda ed un tripudio di fuochi d’artificio e coriandoli. Il pubblico è, tanto per cambiare, in delirio, Axl e compagni hanno l’aria soddisfatta, e salutano gli astanti con un profondo inchino.
Questa è stata una di quelle sere in cui ci si trova di fronte talento e genio, una di quelle sere in cui si smette di criticare e si rimane a bocca aperta, sentendosi felici, gasati... semplicemente vivi. Grazie Axl.
Questa è stata una di quelle sere in cui ci si trova di fronte talento e genio, una di quelle sere in cui si smette di criticare e si rimane a bocca aperta, sentendosi felici, gasati... semplicemente vivi. Grazie Axl.
Foto di Lucia Casini:
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