Avete voglia di Thrash Metal ma siete un po' stufi delle solite vecchie glorie? Forse gli Angelus Apatrida sono quello che fa per voi! A livello anagrafico non si tratta di un gruppo nuovissimo, poiché la fondazione risale al 2000, ma può in qualche modo essere considerato una novità, poiché rimasto a lungo nell'underground musicale.
La formazione di Albacete, Spagna, offre un Thrash piuttosto canonico, che oltre a picchiare in maniera notevole delizia il pubblico anche con un ottimo senso della melodia, fatto che impedisce alla loro musica di cadere nella monotonia. Il quartetto, fra i grandi del genere, sembra ispirarsi in particolare ai Testament, anche se con una voce più "ringhiosa" e meno pesante di quella degli americani.
Il titolo del loro nuovo disco, "Cabaret de la Guillotine", la dice lunga sull'aria di ribellione al potere che respira nella musica degli iberici, altro fatto che li colloca in pieno nel contesto Thrash. E i quattro di Albacete affilano subito la gigliottina, con "Sharpen The Guillotine", brano che a mio avviso riassume bene le qualità del gruppo, combinando aggressività e gusto per la melodia.
Il ritmo è adrenalinico e anche la produzione aiuta a proiettarsi nel massacro sonoro, con il cantante Guillermo Izquierdo che si giostra molto bene fra le parti cantante più aggressive e quelle più "clean". I pezzi che si fanno notare sono diversi, da "Ministry of God" a "The Hum", fino ad arrivare al validissimo riff di "Downfall Of The Nation".
Il gruppo dimostra anche una certa maturità rallentando i ritmi quando serve, ed è proprio così che nasce la vera perla dell'album: "Farewell", che in qualche modo ricorda addirittura i Metallica dei tempi d'oro. "Martyrs Of Chicago" conclude poi l'album nel modo più degno.
Nel disco è presente qualche filler o semplicemente qualche brano meno ispirato, fatto che abbassa certamente la valutazione. Ma in generale posso sicuramente affermare che gli Angelus Apatrida sono un gruppo valido, in grado di comporre musica di qualità e riconosibile. Un'ottima alternativa alle solite vecchie glorie.
VOTO: 7/10
La formazione di Albacete, Spagna, offre un Thrash piuttosto canonico, che oltre a picchiare in maniera notevole delizia il pubblico anche con un ottimo senso della melodia, fatto che impedisce alla loro musica di cadere nella monotonia. Il quartetto, fra i grandi del genere, sembra ispirarsi in particolare ai Testament, anche se con una voce più "ringhiosa" e meno pesante di quella degli americani.
Il titolo del loro nuovo disco, "Cabaret de la Guillotine", la dice lunga sull'aria di ribellione al potere che respira nella musica degli iberici, altro fatto che li colloca in pieno nel contesto Thrash. E i quattro di Albacete affilano subito la gigliottina, con "Sharpen The Guillotine", brano che a mio avviso riassume bene le qualità del gruppo, combinando aggressività e gusto per la melodia.
Il ritmo è adrenalinico e anche la produzione aiuta a proiettarsi nel massacro sonoro, con il cantante Guillermo Izquierdo che si giostra molto bene fra le parti cantante più aggressive e quelle più "clean". I pezzi che si fanno notare sono diversi, da "Ministry of God" a "The Hum", fino ad arrivare al validissimo riff di "Downfall Of The Nation".
Il gruppo dimostra anche una certa maturità rallentando i ritmi quando serve, ed è proprio così che nasce la vera perla dell'album: "Farewell", che in qualche modo ricorda addirittura i Metallica dei tempi d'oro. "Martyrs Of Chicago" conclude poi l'album nel modo più degno.
Nel disco è presente qualche filler o semplicemente qualche brano meno ispirato, fatto che abbassa certamente la valutazione. Ma in generale posso sicuramente affermare che gli Angelus Apatrida sono un gruppo valido, in grado di comporre musica di qualità e riconosibile. Un'ottima alternativa alle solite vecchie glorie.
VOTO: 7/10
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