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Hell - Curse and Chapter

Una delle cose belle della musica, specialmente se parliamo di un genere vaso come il Metal, è che si scopre sempre qualcosa di nuovo, qualcosa che ti colpisce e ti fa innamorare di un gruppo che non conoscevi. Solitamente si tratta di una formazione di giovani che ha cominciato a suonare nei pub delle località più assurde, ma altre volte invece la questione riguarda una pagina di storia che semplicemente ti eri perso.
Gli Hell sono una band britannica nata e cresciuta negli anni '80. Per questo motivo è stata spesso associata alla leggendaria New Wave Of British Heavy Metal, anche se in realtà il loro sound già allora si allontanava da quello classico degli appartenenti al "movimento". Dopo anni - troppi - di silenzio, si sono rifatti vivi agli inizi di questo decennio, con un nuovo cantante (dopo la triste scomparsa di Dave Halliday), ed è ora, con il loro secondo album in studio "Curse and Chapter", che vengo a conoscere questa realtà.
La musica prodotta dal quintetto del Derbyshire è letteralmente fenomenale. Una base di Metal classico, sorretta da solidi e potenti riff di chitarra ma anche da leggeri ed eleganti tappeti di tastiera, si mischia con un lato oscuro, malefico nel midollo, tanto da ricordare in alcuni punti la cattiveria di Mecyful Fate o Venom. Ma non è tutto qua. La band si concede aperture teatrali - arrivando persino a citazioni del musical "Hair" nella canzone d'apertura "Age Of Nefarious" - che rendono il tutto estremamente evocativo, come assistere ad una pièce studiata direttamente negli inferi. L'esplosivo mix viene espresso in modo mai banale ma, anzi, con ritmiche e strutture delle canzoni spesso spiazzanti.
L'album è inoltre registrato in modo sapiente, con una potenza da fare invidia ai gruppi più importanti. In questo caso però il trucco c'è: il chitarrista Andy Sneap è anche un affermato produttore discografico.
Il vocalist David Bower è assolutamente fenomenale. Con una voce squillante e - mi ripeto - estremamente teatrale, danza sulle note, recitando, predicando e coinvolgendo. E così prendono forma canzoni originali e bellissime come l'accoppiata "Something Wicked This Way Comes/Faith Will Fall", "Land of the Living Dead" o "Deliver us From Evil". Il lavoro non ha alcun cedimento e risulta clamorosamente compatto, tanto che si fa fatica a credere che parte del materiale sia stato creato negli anni '80.
Per quel che mi riguarda, questa è una delle più grandi band attualmente in circolazione. Se non avete paura dell'inferno, questo è il gruppo che fa per voi. 

VOTO: 8,5/10


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