Passa ai contenuti principali

Kiss @ Forum di Assago, 18.06.2013

Quando a poca distanza da casa tua arriva una band che ha fatto la storia del Rock sicuramente non puoi mancare all'evento. Ed infatti eccoci qui, in un forum di Assago pieno - ma non traboccante come in altre occasioni - pronti ad assistere all'esibizione dei Kiss, che sforneranno una prestazione a dir poco elettrizzante, fatta di tanta buona musica, ma anche di fuoco, esplosioni e trovate sceniche.

Rival Sons
Il difficile compito di aprire la serata tocca ai californiani Rival Sons. L'eccentrico quartetto si esibisce su un palco ovviamente limitato, che nasconde quella che sarà la maestosa scenografia dei Kiss. La loro musica si dimostra molto gradevole, una sorta di rock/blues che in alcuni passaggi ricorda fortemente i Led Zeppelin. Certo, dei Led Zeppelin manca l'inarrivabile magia, e il repertorio - nella mezz'oretta messa a loro disposizione - si dimostra velocemente ripetitivo. Comunque un buon riscaldamento prima del pezzo forte.

Kiss
L'ambiente all'interno del Forum di Assago è molto diverso rispetto ai soliti concerti Hard Rock o Metal. Ci sono infatti molte famiglie (l'ingresso per i bambini è gratuito) e in qualche modo l'aria che si respira durante l'attesa dello show è meno elettrica che in altre circostanze. Il tutto, per fortuna, comincerà a migliorare con le prime note, anche perché in fondo i protagonisti della serata stanno sul palco e non in platea.
Annunciati dalla solita voce fuori campo, i Kiss partono a razzo facendo cadere un gigantesco telone che copriva l'intera scenografia. La musica c'è, ma la band non si vede... e in un attimo si scopre che il ricurvo impianto luci rappresenta in realtà le zampe di un gigantesco ragno meccanico, che lentamente si abbassa svelando i nostri che suonano in groppa a questo mostro - che richiama il nome del loro ultimo album, "Monster", appunto. Il tutto è accompagnato da insistenti esplosioni, che rendono l'entrata una delle più spettacolari viste dal sottoscritto in decine e decine di concerti.
Come tradizione, si nota subito un gigantesco schermo che fa da sfondo al gruppo, in modo che anche i più lontani possano vedere i dettagli dello show senza dover guardare schermi laterali.
L'audio, dopo qualche problemino iniziale, diventa discreto, e ci si può così godere un autentico circo composto da diavolerie scenografiche. Il ritmo incalzante di grandi classici come "Shout it out loud" e "Deuce", o la nuova e travolgente "Hell or Hallelujah", scuotono il pubblico che canta e balla assieme al gruppo.
I truccatissimi americani - nonostante due su quattro superino ormai la sessantina - sembrano dei ragazzini, suonano e si dimenano senza sosta, incitando il pubblico a fare festa con loro. Ogni secondo dello show è calcolato e non ci sono cali di tensione. Durante un assolo di Tommy Thayer, il chitarrista si posiziona in un punto preciso del palco, sparando fuochi d'artificio dalla sua chitarra, e facendo scoppiare alcuni punti precisi del soffitto. La stessa cosa farà il batterista Eirc Singer, che però si munirà direttamente di un bazooka! (tranquilli, è tutto finto, nessuno si è fatto male).
Il mitico Gene Simmons, demoniaco bassista, si esibisce nel classico assolto con tanto di sangue che esce dalla bocca, per poi prendere letteralmente il volo e continuare l'esibizione dal "tetto" del palco. Paul Stanley invece si aggrappa ad una fune e plana sopra il festante pubblico, per poi atterrare su un piccolo palco in mezzo alla gente.
Il gran finale non poteva poi che essere esplosivo, con i più grandi classici - "Rock and Roll all Nite", "Detroit Rock City", "I Was Made for Lovin' you" e "Black Diamond" - suonati uno in fila all'altro, con un crescendo di esplosioni e fiamme, con pezzi di palco che si sollevano per arrivare più vicini al pubblico, che viene ricoperto da coriandoli. Un autentico trionfo, a dimostrare ancora una volta che il buon vecchio Rock non muore mai.


Foto e video di Lucia Casini











Commenti

Post popolari in questo blog

Accept - Too Mean to Die

Ammettiamolo, il 2021 è iniziato in maniera piuttosto sonnolenta per quel che riguarda le uscite discografiche di qualità e gennaio è passato senza scossoni degni di nota, almeno per quel che riguarda i gusti del sottoscritto. Proprio verso la fine del primo mese dell'anno, ecco però spuntare come un raggio di sole in una giornata grigia i tedeschi Accept, con il loro Heavy Metal vecchia scuola.  Quando vedo il loro nome apparire nei nuovi album previsti, ho sempre il sorriso sulle labbra. In fin dei conti quante volte capita ancora di trovare una band che suona vero Metal incontaminato, con tutte le caratteristiche storiche che si associano a questo genere? Poche, sempre di meno in realtà. E quante volte capita di sentire un nuovo disco che oltre a essere come appena descritto, risulta anche pesante e quadrato, quasi militaresco, come solo la musica teutonica può essere? Non molto spesso. Proprio per questo amo gli Accept, con il loro stile inconfondibile e coerente.  Certo, ...

Rammstein - Rammstein

Quando si creano aspettative enormi per un album la situazione diventa pericolosa. Per fare felici i fan è infatti necessario realizzare un autentico capolavoro, altrimenti in molti rimarrebbero delusi. La cosa è ancora più vera se sono passati ormai dieci anni dall’ultimo disco pubblicato.  Questa è esattamente la situazione in cui si sono trovati i Rammstein, che a una decade di distanza da “Liebe ist für alle da” si ripresentano prepotentemente sul mercato, con un avvicinamento alla data di pubblicazione dell'album - senza nome, spesso chiamato semplicemente "Rammstein" - giocato d’astuzia e che ha creato un “hype” che non si vedeva da tempo nel mondo del Metal.  Il singolo “Deutschland”, con il suo video epico dalla qualità hollywoodiana, ha da subito fatto sperare in un album maestoso e granitico, come solo la band tedesca è in grado di fare. In questa canzone la voce di Till Lindemann, che risuona minacciosa ripercorrendo la storia della Germania, non...

Blind Guardian - At The Edge Of Time

Qualità e non quantità, questo da moltissimo tempo è il motto dei Blind Guardian, che nemmeno questa volta si sono smentiti, lasciando i loro fans in trepidante attesa per quattro lunghi anni. Una strategia che sicuramente lascia ai bardi di Krefeld tutto il tempo necessario per comporre nuove epiche ed intricate canzoni, ma che allo stesso tempo fa crescere le attese per ogni album fino all’inverosimile. Hansi e compagni non hanno però certo paura di questi presupposti, ed in effetti il nuovo cd “At The Edge Of Time” parte subito mettendo le cose in chiaro: le attese saranno soddisfate a pieno. L’opener “Sacred Worlds” è una pura dimostrazione di classe della durata di oltre 9 minuti: ritmi non eccessivamente veloci ma una maestosità ed un’eleganza da far venire la pelle d’oca. Il tutto, tanto per non farsi mancare niente, accompagnato dai disegni melodici dell’Orchestra sinfonica di Praga. A mio modesto parere uno dei migliori brani mai scritti dalla band. Con “Tanelorn (Into The Vo...