Passa ai contenuti principali

Iron Maiden @Allmend Rockt, Lucerna. 03/06/2016

Quest'anno una nuova realtà ha fatto comparsa sulla scena musicale svizzera: il festival Allmend Rockt di Lucerna, una città non abituata a grandi avvenimenti di questo tipo, ma che ha comunque deciso di ospitare un evento che in due giorni porta circa 70'000 metallari sulle rive del Lago dei Quattro Cantoni.

L'avvicinamento al sito del concerto è quanto di più efficiente si possa immaginare. La stazione centrale è infatti raggiungibile comodamente da ogni angolo della Confederazione. Da lì si può poi scegliere se proseguire con un bus speciale, con un altro treno o più semplicemente con una tranquilla passeggiata di 20 minuti, ben indicata da appositi cartelli. Insomma, tutto molto svizzero. 

Nella prima giornata, nella quale i protagonisti sono gli storici Iron Maiden, sono previste circa 20'000 persone. L'entrata non presenta particolari difficoltà e in un attimo ci si ritrova in una grande distesa più o meno asfaltata, con delle zone erbose ai lati. Sempre sui lati sono posizionati i vari punti di ristoro, che per questo primo giorno sembrano funzionare bene. Unico neo: una pioggia violenta e incessante, che non lascerà alcuna tregua ai presenti.

Purtroppo per motivi organizzativi non posso godermi veramente l'intero festival, ma più che altro una sorta di concerto dei Maiden con gruppo di spalla. Per mia fortuna, il gruppo di spalla è di valore notevole!

Sabaton

Sono le 19:15 quando gli svedesi Sabaton si presentano sul palco con le trascinanti note di "Ghost Division" che subito scatenano il delirio: chitarre e tastiere danno vita al militaresco incedere del pezzo e la folla sembra subito apprezzare. I suoni non sono perfetti, ma abbastanza buoni da seguire indisturbati lo spettacolo. 

Tanto per cambiare, il cantante Joakim Broden è protagonista assoluto della situazione: piomba sul palco pieno di energia, con occhiali da sole a specchio e pettorina tamarrissima d'ordinanza, e comincia a dimenare il pugno a ritmo di musica come se dovesse spaccare il cranio a qualche nemico. Le seguenti "Far From the Fame" e "Carolus Rex" non fanno che infuocare ancora di più l'ambiente, col pubblico che canta, salta e batte la mani a tempo, divertendosi visibilmente. 

Il cantante ringrazia più volte le numerose persone presenti nonostante la pioggia e sorride spesso soddisfatto guardando i fan. Non manca poi di interagire con gli spettatori, obbedendo alla richiesta di bere un paio di birre tutto d'un fiato, scatenando l'ilarità generale. 

Quando si tratta poi di tornare a suonare, il gruppo non lascia scampo e continua nella sua marcia, con brani riuscitissimi come "To Hell And Back", intercalata in modo vagamente ironico addirittura con "Wind Of Change" degli Scorpions, e "The Art Of War". 
Gli svedesi concedono poi un acclamatissimo bis con "Night Witches", "Primo Victoria" - cantata a squarcia gola dai presenti - e infine "Metal Crüe", che termina fra gli applausi scroscianti degli spettatori. Insomma, una prova convincente accompagnata dalla notizia che i Sabaton torneranno in Svizzera in febbraio insieme agli Accept. 

Iron Maiden

Poco dopo le 21 è poi tempo degli Iron Maiden, un gruppo che certo non ha bisogno di presentazioni. Dopo un'introduzione animata proiettata sui mega schermi ai lati del palco - che vede come protagonista il solito Eddie - il palco si illumina solamente con alcune fiaccole e, sulla pedana sopraelevata sul retro della batteria, compare Bruce Dickinson che, proprio come sull'ultimo album "The Book Of Souls", dà in solitaria il via a "If Eternity Should Fail", scelto come pezzo d'apertura. 

La decisione è visivamente suggestiva, ma il brano selezionato a mio modesto parere non è adeguato ad iniziare lo show. Pur trattandosi di una bella canzone, non ha il tiro giusto e in qualche modo fa partire lo spettacolo un po' in sordina. Segue comunque subito la più grintosa "Speed Of Light", sempre tratta dall'ultimo album. Il gruppo come sua abitudine non sbaglia un colpo, ma purtroppo i suoni non rendono giustizia ai pezzi, che risultano impastati e finiscono col perdere impatto. Il palco è comunque maestoso, con la riproduzione di un antico tempio Maya e sfondi che cambiano in base al brano suonato. La batteria di Nicko McBrain troneggia poi con il suo sgargiante color oro. 

La pioggia - sempre più insistente - influisce inevitabilmente sulle reazioni del pubblico che, pur apprezzando il concerto, comincia a sembrare infreddolito a poco reattivo. Lo stesso Dickinson sembra rendersi conto della situazione e ringrazia più volte i numerosi presenti, sottolineando come solo dei pazzi potessero rimanere all'aperto per così tante ore sotto l'acqua. 

Le sorti dello spettacolo si risollevano comunque, come spesso accade, con i grandi classici. Ed è così "Children Of The Damned" a risvegliare gli animi e le ugole dei presenti. Sono comunque molti i pezzi tratti dall'ultimo album: molto coinvolgente "Tears Of a Clown" e anche "The Red and The Black" - che nella sua versione in studio non mi piace affatto - dal vivo migliora molto e, grazie ai suoi coretti, riesce a far cantare il pubblico in modo compatto.

Dickinson è il solito animale da palco: corre, salta, incita la folla e non si risparmia qualche battuta sulle severe leggi svizzere contro il rumore, sostenendo che la band era obbligata a suonare al massimo al volume pari a quello di un orologio a cucù. Non contento, all'apparizione sul palco di un gigantesco Eddie, gli strappa il cuore e lo lancia fra la folla, scatenando il delirio. 

Fra i momenti di maggiore coinvolgimento c'è sicuramente la solita "Fear Of The Dark", cantata da tutti i presenti, ma anche "Blood Brothers" - suonata dopo aver ringraziato ancora una volta i bagnatissimi spettatori - è molto apprezzata. Il concerto si conclude poi con "Wasted Years", e non con la abituale "Run To The Hills": 

Il pubblico applaude convinto, ma personalmente penso che non si sia tratto del miglior show della vergine di ferro. Fra l'audio poco convincente e la pioggia a catinelle era decisamente impossibile godersi appieno lo spettacolo, che in qualche modo non è mai decollato veramente. Un vero peccato, ma siamo sicuri che avremo presto l'occasione di rivederli.









Commenti

Post popolari in questo blog

Iron Maiden - The Final Frontier

Ci sono degli album molto facili da recensire: un paio di ascolti bastano per coglierne l’essenza, ciò che comunicano e la strada stilistica che vogliono intraprendere. Esistono invece degli album che rendono la vita decisamente difficile allo scribacchino di turno, che necessitano di più e più ascolti per poterne percepire tutte le caratteristiche. “The Final Frontier” fa parte di quest’ultima categoria, prima di tutto a causa della sua complessità, ed in secondo luogo per l’effetto di “straniamento” dovuto ad una lontananza abissale dalle aspettative. Gli Iron Maiden sembrano infatti essere cambiati: dopo i cupi e atipici esperimenti di “A Matter of Life and Death” era lecito attendersi un ritorno a sonorità più classiche e dirette, ma questo non è accaduto. Il nuovo lavoro di Bruce e compagni è tutto tranne che diretto, è anzi piuttosto complesso e sembra voler diluire le idee brillanti in un lago di intermezzi strumentali e introduzioni per buona parte assolutamente inutili e - di...

Black Sabbath @Paris Bercy, 02.12.2013

Dopo lunghi, lunghissimi anni d'assenza, i Black Sabbath, praticamente gli inventori del genere musicale che amiamo, tornano a calcare i palchi di tutto il mondo nella loro formazione (quasi) originale. Manca Bill Ward alla batteria, che non è della partita per motivi contrattuali e, da quel che si è appreso, per dubbi degli altri membri della band sul suo stato fisico, con tanto di strascichi polemici degni di una soap opera. Poco male comunque, visto che dietro le pelli si piazza un ispiratissimo Tommy Clufetos, già musicista di Ozzy, Alice Cooper e Rob Zombie.  Lo storico evento a cui assistiamo si svolge a Parigi (vista la cancellazione della data di Milano), più precisamente al palazzetto dello sport di Bercy, che si presenta come un'elegante ed organizzata struttura ad un unico anello, dalla capienza di circa 17'000 persone. La lunga coda fuori dall'arena dimostra l'attesa del pubblico, un pubblico che parla francese, ma anche italiano, tedesco e qualche altr...

Rammstein - Rammstein

Quando si creano aspettative enormi per un album la situazione diventa pericolosa. Per fare felici i fan è infatti necessario realizzare un autentico capolavoro, altrimenti in molti rimarrebbero delusi. La cosa è ancora più vera se sono passati ormai dieci anni dall’ultimo disco pubblicato.  Questa è esattamente la situazione in cui si sono trovati i Rammstein, che a una decade di distanza da “Liebe ist für alle da” si ripresentano prepotentemente sul mercato, con un avvicinamento alla data di pubblicazione dell'album - senza nome, spesso chiamato semplicemente "Rammstein" - giocato d’astuzia e che ha creato un “hype” che non si vedeva da tempo nel mondo del Metal.  Il singolo “Deutschland”, con il suo video epico dalla qualità hollywoodiana, ha da subito fatto sperare in un album maestoso e granitico, come solo la band tedesca è in grado di fare. In questa canzone la voce di Till Lindemann, che risuona minacciosa ripercorrendo la storia della Germania, non...