Passa ai contenuti principali

Megadeth - Dystopia

Forse lo avevo già scritto in passato proprio su queste pagine, ma è un concetto essenziale, e va ripetuto. Dave Mustaine sembra riuscire a scrivere buona musica solamente quando è incazzato, o perlomeno quando qualcosa di grosso ha scombussolato la sua vita. 
Ebbene, a giudicare da come suona il nuovo album "Dystopia", qualche evento deve aver fatto molto irritare Mr. Mustaine. E per fortuna, mi viene da dire, visto che l'ultimo "Super Collider" era stato un mezzo disastro e, chissà, forse proprio questo flop artistico ha fatto riemergere un po' di sano odio verso il mondo.
Quel che sappiamo di certo, è che la formazione è stata per l'ennesima volta rivoluzionata, con l'arrivo di Chris Adler alla batteria e Kiko Loureiro alla chitarra: per usare termini calcistici che vanno tanto di moda, si potrebbe parlare di veri "top player".
Il nuovo lavoro viene introdotto da una sinuosa voce femminile che ricrea ambientazioni vagamente mistiche e mediorientali, pochi secondi e parte un micidiale riff al fulmicotone che dà vita a "The Threat is Real", un perfetto brano d'apertura che fa subito capire che i Megadeth hanno intenzione di fare sul serio. Segue la title-track dell'album, meno diretta ma più elegante, forse uno dei pezzi più riusciti in assoluto, con Loureiro che sembra già perfettamente inserito nella nuova realtà.
La cosa più sorprendente di tutte è la voce dello stesso Mustaine. Più bassa rispetto al solito - un abbassamento che lui stesso attribuisce ad un intervento chirurgico resosi necessario in passato -, con un andamento ruvido e aggressivo che in certi frangenti sembra ritrovare la violenza del passato. MegaDave, che un vero e proprio cantante non è mai stato, sembra semplicemente a suo agio e ringhia come un animale nelle fasi più concitate, un vero spettacolo.
Il disco continua con "Fatal Illusion", "Death from Within" e "Bullet to the Brain", che ci mantengono saldi sulla strada di un sano thrash Metal di alta scuola, senza il minimo calo di tensione. 
Che dire poi dell'altro nuovo arrivato? Adler sfodera una prestazione esaltante. Mai banale, suona con la precisione e la freddezza di un serial killer, e proprio come uno squilibrato assassino sembra non avere più alcun freno nei frangenti più caldi, rendendo la sezione ritmica sempre variata e gradevole. Un grande acquisto per i Megadeth.
L'unico pezzo un po' meno convincente è "Post American World", per il resto, ogni brano fa venire voglia di essere ascoltato a ripetizione. Fra questi, cito la profonda e cupa "Poisonous Shadows", la bellissima strumentale "Conquer Or Die" e la furiosa cover dei Fear "Foreign Policy".
Mustaine si è arrabbiato, e ora non c'è scampo per nessuno.

VOTO: 9/10



Commenti

Post popolari in questo blog

Iron Maiden - The Final Frontier

Ci sono degli album molto facili da recensire: un paio di ascolti bastano per coglierne l’essenza, ciò che comunicano e la strada stilistica che vogliono intraprendere. Esistono invece degli album che rendono la vita decisamente difficile allo scribacchino di turno, che necessitano di più e più ascolti per poterne percepire tutte le caratteristiche. “The Final Frontier” fa parte di quest’ultima categoria, prima di tutto a causa della sua complessità, ed in secondo luogo per l’effetto di “straniamento” dovuto ad una lontananza abissale dalle aspettative. Gli Iron Maiden sembrano infatti essere cambiati: dopo i cupi e atipici esperimenti di “A Matter of Life and Death” era lecito attendersi un ritorno a sonorità più classiche e dirette, ma questo non è accaduto. Il nuovo lavoro di Bruce e compagni è tutto tranne che diretto, è anzi piuttosto complesso e sembra voler diluire le idee brillanti in un lago di intermezzi strumentali e introduzioni per buona parte assolutamente inutili e - di...

Black Sabbath @Paris Bercy, 02.12.2013

Dopo lunghi, lunghissimi anni d'assenza, i Black Sabbath, praticamente gli inventori del genere musicale che amiamo, tornano a calcare i palchi di tutto il mondo nella loro formazione (quasi) originale. Manca Bill Ward alla batteria, che non è della partita per motivi contrattuali e, da quel che si è appreso, per dubbi degli altri membri della band sul suo stato fisico, con tanto di strascichi polemici degni di una soap opera. Poco male comunque, visto che dietro le pelli si piazza un ispiratissimo Tommy Clufetos, già musicista di Ozzy, Alice Cooper e Rob Zombie.  Lo storico evento a cui assistiamo si svolge a Parigi (vista la cancellazione della data di Milano), più precisamente al palazzetto dello sport di Bercy, che si presenta come un'elegante ed organizzata struttura ad un unico anello, dalla capienza di circa 17'000 persone. La lunga coda fuori dall'arena dimostra l'attesa del pubblico, un pubblico che parla francese, ma anche italiano, tedesco e qualche altr...

Rammstein - Rammstein

Quando si creano aspettative enormi per un album la situazione diventa pericolosa. Per fare felici i fan è infatti necessario realizzare un autentico capolavoro, altrimenti in molti rimarrebbero delusi. La cosa è ancora più vera se sono passati ormai dieci anni dall’ultimo disco pubblicato.  Questa è esattamente la situazione in cui si sono trovati i Rammstein, che a una decade di distanza da “Liebe ist für alle da” si ripresentano prepotentemente sul mercato, con un avvicinamento alla data di pubblicazione dell'album - senza nome, spesso chiamato semplicemente "Rammstein" - giocato d’astuzia e che ha creato un “hype” che non si vedeva da tempo nel mondo del Metal.  Il singolo “Deutschland”, con il suo video epico dalla qualità hollywoodiana, ha da subito fatto sperare in un album maestoso e granitico, come solo la band tedesca è in grado di fare. In questa canzone la voce di Till Lindemann, che risuona minacciosa ripercorrendo la storia della Germania, non...