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Scorpions @Hydrogen Festival, Piazzola sul Brenta (PD) - 18/07/2014

Per assistere al (nuovo) tour d'addio degli Scorpions il nostro fedele navigatore ci porta nella località di Piazzola sul Brenta, nella provincia di Padova, dove si tiene l'Hydrogen festival. Il delizioso paesino circondato da alberi e campi di grano si dimostrerà il luogo ideale per un concerto. Ampi posteggi distano pochi minuti dall'arena, che per la precisione consiste nella piazza centrale di una enorme e bellissima residenza costruita fra il XVI e XVII secolo, conosciuta col nome di Villa Contarini, circondata oltretutto da un bellissimo (e fresco!) parco. L'edificio principale, sapientemente illuminato, rimane sulla sinistra degli spettatori, creando un effetto magico.

Nella caldissima giornata il villaggio viene preso d'assalto dalla classica orda di nero vestita. Si crea subito un ambiente di festa, con musia Rock e Metal che suona fra le bancarelle già prima dell'entrata in zona palco. Non rimane quindi che dare fuoco alle polveri.


H.E.A.T.

L'onore/onere di aprire le danze spetta agli svedesi H.E.A.T., che personalmente non conoscevo per niente. I ragazzi di Stoccolma, avendo vinto nel 2009 anche un Award per la musica Metal svedese, non sono comunque degli sprovveduti, e la cosa si vede nettamente sul palco. Il quintetto sfodera un Hard Rock che in alcuni passaggi ricorda Bon Jovi o gli Europe più recenti, il tutto in una chiave un po' più potente. La presenza scenica è sicura e l'incitamento al pubblico non manca.Certo, forse i membri della band potevano risparmiarsi di far cantare diverse parti delle canzoni ai presenti, visto che quasi nessuno sembrava conoscere le parole. Poco male, visto che  il concerto è risulta gradevole e divertente. Il cantante Erik Grönwall si dimostra un animale da palcoscenico: salta, corre e scuote la testa come un ossesso. Il pubblico esplode poi in un boato quando il gruppo esegue una parte di “Rock and Roll” dei leggendari Led Zeppelin. Promossi. 


Scorpions

Sono le dieci di sera e il cielo è sempre più scuro, ed è quindi tempo di vedere all'opera gli headliner della serata. I due livelli del palco sono ricoperti da schermi, e lo stesso dicasi per lo sfondo. Un'introduzione con immagini del californiano Us festival del 1983, in cui gli Scorpions si sono esibiti di fronte a circa 350'000 persone, comincia a scaldare l'ambiente. A questo punto la parte centrale della scenografica si alza, sollevando la batteria, e il gruppo tedesco entra suonando la roboante “Sting in the Tail”, tratta dall'omonimo album.

Subito si capisce che ci sarà da divertirsi: i suoni sono potenti e puliti, e il pubblico fin dal primo istante comincia a cantare i ritornelli insieme a Klaus Meine. Quest'ultimo di dimostra vocalmente in forma, tanto da proporre ogni canzone praticamente come tutti se la ricordano, comprese le parti più acute. Sul palco, come sempre, la parte del leone la fa l'ossigenato chitarrista Rudolf Schenker, che non smette un attimo di saltare e correre, continuando ovviamente a macinare gli storici riff degli scorpioni. L'eccentrico musicista propone anche diversi cambi di look, uno più tamarro dell'altro, con tanto di cappello da cowboy.

La storica band, ormai arrivata al quarantesimo (!) anno d'attività, non sembra assolutamente sentire il peso degli anni. Riescono a far divertire il pubblico, e soprattutto sembrano divertisti loro stessi come ragazzini. La scaletta è da pelle d'oca, e non manca nemmeno un classico: si va da “Black Out” a “Holiday”, dalla più recente “Raised to Rock” a “Big City Nights”, da “Send Me An Angel” a “Is There Anybody There”.

Vengono proposti anche un assolo di batteria e basso - molto bello e molto Metal, ma quasi furoi contesto – e uno non ispiratissimo di chitarra di un altrimenti precisissimo ed efficacissimo Matthias Jabs.Quello che rimarrà per sempre nella memoria dei presenti è sicuramente il bis, un gran finale che propone tre delle canzoni più belle mai scritte nella storia del Rock: parlo ovviamente di “Still Loving You”, “Wind Of Change” - vi assicuro che sentire questa canzone dal vivo è un'emozione indescrivibile – e la potentissima “Rock You Like a Hurricane”.

Dopo la meritata ovazione tutti lasciano l'arena canticchiando i brani appena sentiti, consapevoli che questra potrebbe essere stata l'ultima occasione di vedere gli Scorpions dal vivo. 











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