Passa ai contenuti principali

Children Of Bodom - Relentless Reckless Forever

Momento particolare nella carriera dei Children Of Bodom. Da una parte infatti il successo commerciale è in continua crescita; la graduale evoluzione verso un suono più moderno - che in alcuni casi strizza l'occhio addirittura al nu metal - ha permesso ai finlandesi di ottenere consensi sempre maggiori in fasce di pubblico sempre più variate. D'altro canto però le idee puramente artistiche di Alexi e compagnia sembrano scricchiolanti, tanto da raggiungere livelli inquietanti con "Blooddrunk", album scialbo, ma come già detto molto ben venduto.
Per tutti questi motivi il nuovo "Relentless Reckless Forever" ha assunto per il sottoscritto una particolare importanza: un album che poteva far tornare i COB ad alti livelli compositivi, o semplicemente proiettarli ad un nuovo livello di puro commercio.
Il quintetto purtroppo risponde solo parzialmente alle attese di riscatto. Se il lavoro è infatti innegabilmente migliore e più brillante del suo predecessore (ci voleva anche poco....), i fasti di un tempo sembrano decisamente lontani. Le canzoni sono tutte discrete, ma nessuna di queste risulta veramente trascinante come dovrebbe essere. È come se la formazione si accontentasse di mantenere uno standard dignitoso per continuare sull'onda del successo. Questa attitudine di sufficienza non è nuova nei bambini di Bodom: già durante le esibizioni dal vivo, tecnicamente perfette, si può notare una certa freddezza, per non parlare della durata assolutamente insufficiente degli show, quasi si limitassero a fare il loro compitino.
Per loro fortuna i nostri amici del profondo nord posseggono un talento fuori dal comune, e in qualche modo riescono sempre a salvarsi, pur non impegnandosi più quel tanto, cosa che fa ancora più rabbia! È come trovarsi di fronte ad un calciatore dalle doti naturali spaventose, ma che si rifiuta di allenarsi con i compagni e quindi fornisce delle prestazioni solamente poco sopra la media.
Questo disco non fa eccezione, e così all'interno di una serie di canzoni tutte tranquillamente ascoltabili - ma come detto, non sensazionali - ogni tanto salta fuori qualche colpo di genio che fa raggiungere una tranquilla sufficienza a tutto il lotto.
Così troviamo una opener positiva, "Not My Funeral", con un interessante riff di chitarra e l'avvolgente presenza delle immancabili tastiere; un brano bello veloce come "Ugly"; o uno più riflessivo e molto interessante come "Was It Worth It?". Insomma, il buon materiale sicuramente è presente, ma vista la loro storia sappiamo che possono fare molto meglio.

VOTO: 6,5 / 10


Commenti

Post popolari in questo blog

Accept - Too Mean to Die

Ammettiamolo, il 2021 è iniziato in maniera piuttosto sonnolenta per quel che riguarda le uscite discografiche di qualità e gennaio è passato senza scossoni degni di nota, almeno per quel che riguarda i gusti del sottoscritto. Proprio verso la fine del primo mese dell'anno, ecco però spuntare come un raggio di sole in una giornata grigia i tedeschi Accept, con il loro Heavy Metal vecchia scuola.  Quando vedo il loro nome apparire nei nuovi album previsti, ho sempre il sorriso sulle labbra. In fin dei conti quante volte capita ancora di trovare una band che suona vero Metal incontaminato, con tutte le caratteristiche storiche che si associano a questo genere? Poche, sempre di meno in realtà. E quante volte capita di sentire un nuovo disco che oltre a essere come appena descritto, risulta anche pesante e quadrato, quasi militaresco, come solo la musica teutonica può essere? Non molto spesso. Proprio per questo amo gli Accept, con il loro stile inconfondibile e coerente.  Certo, ...

Rammstein - Rammstein

Quando si creano aspettative enormi per un album la situazione diventa pericolosa. Per fare felici i fan è infatti necessario realizzare un autentico capolavoro, altrimenti in molti rimarrebbero delusi. La cosa è ancora più vera se sono passati ormai dieci anni dall’ultimo disco pubblicato.  Questa è esattamente la situazione in cui si sono trovati i Rammstein, che a una decade di distanza da “Liebe ist für alle da” si ripresentano prepotentemente sul mercato, con un avvicinamento alla data di pubblicazione dell'album - senza nome, spesso chiamato semplicemente "Rammstein" - giocato d’astuzia e che ha creato un “hype” che non si vedeva da tempo nel mondo del Metal.  Il singolo “Deutschland”, con il suo video epico dalla qualità hollywoodiana, ha da subito fatto sperare in un album maestoso e granitico, come solo la band tedesca è in grado di fare. In questa canzone la voce di Till Lindemann, che risuona minacciosa ripercorrendo la storia della Germania, non...

Blind Guardian - At The Edge Of Time

Qualità e non quantità, questo da moltissimo tempo è il motto dei Blind Guardian, che nemmeno questa volta si sono smentiti, lasciando i loro fans in trepidante attesa per quattro lunghi anni. Una strategia che sicuramente lascia ai bardi di Krefeld tutto il tempo necessario per comporre nuove epiche ed intricate canzoni, ma che allo stesso tempo fa crescere le attese per ogni album fino all’inverosimile. Hansi e compagni non hanno però certo paura di questi presupposti, ed in effetti il nuovo cd “At The Edge Of Time” parte subito mettendo le cose in chiaro: le attese saranno soddisfate a pieno. L’opener “Sacred Worlds” è una pura dimostrazione di classe della durata di oltre 9 minuti: ritmi non eccessivamente veloci ma una maestosità ed un’eleganza da far venire la pelle d’oca. Il tutto, tanto per non farsi mancare niente, accompagnato dai disegni melodici dell’Orchestra sinfonica di Praga. A mio modesto parere uno dei migliori brani mai scritti dalla band. Con “Tanelorn (Into The Vo...