Reduci da un album scialbo come “To The Metal” e da un incendio che ha raso al suolo il loro studio di registrazione di Amburgo, I Gamma Ray tornano a farsi sentire con “Empire Of The Undead”, e la storica formazione capitanata da Kai Hansen - che dal vivo non ha mai perso il suo smalto - sembra tornata sulla strada compositiva giusta. Particolarmente convincente la prima parte dell’album. Il brano di apertura stranamente non è un missile a piena velocità, ma un profondo, lungo e complesso pezzo di altissima qualità intitolato “Avalon”, sicuramente fra le migliori composizioni di questo nuovo lavoro. Segue la roboante “Hellbent”, che nonostante palesi richiami ai Judas Priest risulta divertente e gradevole. Si rimane ad alte velocità con “Pale Rider” (tamarrissimo il chorus “burn motherfucker time to feel the flame”), mentre la seguenete “Born To Fly”, seppur carina, risulta piuttosto banale, specialmente nel ritornello. Le successive e validissime “Master of C...
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